
LECCE – Mentre la Digos indaga sui bossoli inviati in busta al direttore generale della Asl di Lecce, Rodolfo Rollo, continua ad arrivare la solidarietà del mondo politico, ma anche dalla Chiesa e dai medici.
“Mentre con fermezza condanno il deplorevole atto intimidatorio – è il messaggio dell’arcivescovo mons. Seccia- con tutta la comunità diocesana mi stringo in segno di stima, solidarietà e vicinanza al dott. Rollo, alla moglie e ai suoi figli. Conosco bene lo spessore morale del direttore e anche la professionalità e la competenza con cui guida la nostra Asl”.
“Invio a nome mio personale e di tutti i consiglieri la nostra solidarietà al nostro Ordine e Direttore Generale” scrive il presidente dell’Ordine dei Medici di Lecce, Donato De Giorgi. “Le minacce e la violenza, che così spesso vengono utilizzate contro i Professionisti della sanità, non devono e non possono mai rappresentare lo strumento per far valere i propri diritti. Allorquando esse hanno caratteristiche vili e mafiose, come nel caso specifico, tendono a gettare discredito su tutto il tessuto sociale del nostro territorio”.
“Esprimo la mia solidarietà e quella di Forza Italia al direttore generale della Asl Rodolfo Rollo per il gravissimo atto intimidatorio che ha subito nell’esercizio delle sue funzioni gestionali”, scrive il consigliere regionale e coordinatore provinciale di Fi Lecce, Paride Mazzotta. “Gli siamo accanto in questa circostanza con la forza dell’unità contro ogni forma di minaccia o intimidazione a firma di chi vorrebbe calpestare il principio di legalità”.
Per il vicepresidente del Consiglio regionale Cristian Casili (M5s)”simili episodi sono inaccettabili: la disperazione e il bisogno di lavoro non possono in alcun modo essere una giustificazione. Auspico venga individuato al più presto l’autore di questo gesto criminale”.
Di gesto intimidatorio “immeritato e assolutamente inqualificabile” parla Confindustria Lecce: “Il rispetto delle regole – afferma il presidente reggente dell’Associazione Nicola Delle Donne – soprattutto in un periodo delicato come quello attuale, va salvaguardato al di là di qualsivoglia interesse di parte. Non ci sono, infatti, giustificazioni di fronte alla violenza gratuita e all’arroganza”.
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