
LECCE-BRINDISI – Sono considerati tutti “alti” gli impatti paesaggistici che il grande progetto di eolico nel mare tra Lecce e Brindisi provocherà lungo la costa. A metterlo nero su bianco sui documenti ufficiali è la stessa società, Kailia Energia, formata dalle due multinazionali Falck Renewable e BlueFloat Energy, le stesse che hanno annunciato la realizzazione di un altro impianto gemello, denominato Odra, nel mare tra Otranto e Castro.
In attesa che depositino i documenti per quest’ultimo, finora illustrato per sommi capi, le stesse società hanno formalmente avanzato istanza per l’ottenimento della concessione demaniale marittima degli specchi acquei interessati dal primo, tra San Cataldo, marina di Lecce, e Brindisi.
Solo dalla lettura dei documenti è possibile davvero cogliere la portata dell’operazione che ha cifre da capogiro: 28 milioni di euro per ogni piattaforma galleggiante, per 3.689.600.000 euro di costo totale.
Sono 98 le pale che si dovrebbero installare, per un totale di quasi 1,2 Gigawatt, suddivise in due macrosettori, ognuno con due gruppi di aerogeneratori, che occuperebbero una porzione di mare pari a circa 66,8 km quadrati. Le due zone sono divise da un corridoio navigabile trasversale di circa 19 km di lunghezza e 3 km di larghezza nel punto più stretto. Nelle relazioni depositate e che Telerama ha letto, è scritto che la distanza dalla costa è di appena 8.7 km e si estende fino a 21.9 km. Le pale sono alte 300 metri. L’impianto eolico sarà connesso alla rete elettrica attraverso una serie di cavi sottomarini che si connetteranno al cavidotto interrato per giungere alla stazione elettrica a terra vicino alla Centrale di Cerano.
Interessante è quanto riportato nella relazione sull’impatto visivo. Una tabella (a lato) con i sei luoghi scelti come punti di vista ci dice che, se “visibilità teorica” e “percezione teorica dell’impianto” sono “basse” sul promontorio di Ostuni, diventano “molto elevate” dal Castello Alfonsino di Brindisi, dagli stabilimenti balneari di Lido Cerano e da quelli di San Cataldo, ed “elevate” dai lidi di Torre dell’Orso e dal lungomare di Otranto. Gli impatti paesaggisti sulla costa sono considerati, poi, tutti “alti”.
“Si può concludere – scrive l’azienda – che le opere a progetto, seppur a notevole distanza dalla linea di costa, risultano visibili da molti punti di osservazione”, comprese “località di interesse turistico, paesaggistico e storico-culturale”. A suo avviso, però, l’altezza percepita a 6 km è di 15 metri, più o meno un traghetto di medie dimensioni. Ulteriori approfondimenti sono rinviati al momento dello Studio di Impatto Ambientale.
Intanto, comunque, il procedimento di Autorizzazione Unica annunciato è partito, ma prima si dovrà risolvere una questione importante: sia questa società che la Iron Solar srl di Milano hanno richiesto la concessione demaniale sulla stessa porzione di mare. Con una differenza: Kailia Energia vuole che le siano assegnati ben 23mila km quadrati di mare per 40 anni, mentre la seconda ha chiesto molto meno, 1.710 km quadrati per 30 anni, anche questa per sviluppare un progetto di eolico in mare sebbene più contenuto (40 pale) e più lontano dalla costa, compreso tra 15 e 22 km di distanza. I comuni interessati sono gli stessi: Lecce, Trepuzzi, Squinzano, Torchiarolo, San Pietro Vernotico, Brindisi. Nel caso di Iron Solar anche Vernole. Le due domande presentate, dunque, sono da considerarsi “concorrenti”, il che significa che tra le due dovrà essere fatta una valutazione comparativa (stand all’art. 37 del Codice della Navigazione) per scegliere il soggetto migliore, anche in base alla maggiore capacità economica degli aspiranti.
Tiziana Colluto
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