Ambiente

Chiuso il processo per il carbone. Ma a Brindisi non si sa mai chi inquina…

BRINDISI – Il detto secondo cui “chi inquina paga” a Brindisi sembra non avere alcun senso. Soprattutto dopo la sentenza in appello del processo a carico di manager dell’Enel per la dispersione di polvere di carbone a ridosso della centrale di Cerano. Tutti assolti e nessun risarcimento per gli agricoltori e le parti civili. Ovviamente nessuno intende discutere in merito alle decisioni della magistratura, ma è un dato di fatto che in quest’area del paese non si riesce mai ad individuare chi inquina e quindi chi deve risarcire il territorio e le persone che hanno subito danni materiali e fisici.

E’ accaduto in passato all’interno del Petrolchimico quando si maneggiavano sostanze poi risultate letali. E sempre nel Petrolchimico non è mai stato individuato il vero responsabile dell’inquinamento dell’area di Micorosa, tanto è vero che a distanza di decenni le operazioni di bonifica le sta effettuando lo Stato con fondi pubblici.

E che dire, poi, delle decine di discariche abusive sequestrate in ogni angolo della provincia. La notizia viene data con grande clamore al momento del sequestro, ma poi il tempo passa ed i nastri bianco e rossi che delimitano le aree si sbiadiscono, così come la ricerca dei colpevoli. Accade, pertanto, che quelle discariche rimangono per decenni ad inquinare le falde, abbandonate proprio da tutti, anche da chi avrebbe il compito di individuare e punire i responsabili.

La chiusura del processo Enel, pertanto, non è che un tassello dello stesso mosaico, fatto di grandi parole e di pochi fatti concreti intorno alle politiche di intervento a tutela dell’ambiente.

Mimmo Consales

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