Attualità

I giorni dei crisantemi: rincari del 20% sui fiori per i defunti

LECCE – Dietro a un crisantemo c’è una filiera produttiva che risale la china dopo il lungo buio dei lockdown. Le festività di Ognissanti e dei morti ridanno vigore al comparto florovivaistico salentino: 2 pugliesi su 3 (66%) hanno deciso di acquistare piante e fiori per l’occasione, secondo le stime di Coldiretti, facendo segnare un +20 per cento di fatturato ai produttori in questo periodo. In rialzo i prezzi, con una domanda in crescita e quotazioni all’ingrosso aumentate anche del 20% rispetto allo scorso anno anche per effetto dell’aumento dei costi energetici, dei fertilizzanti, delle plastiche e di tutti i fattori produttivi, a monte e a valle della produzione in serra: dalle talee ai trasporti, dai vasi al confezionamento.
Il crisantemo continua ad essere il fiore preferito per l’occorrenza, ma la sua produzione è in calo a livello nazionale e i prezzi al dettaglio possono variare tra 1,00 a 2,5 euro e arrivare a oltre 20 euro se si tratta di fiori in vaso o di mazzi con più fiori, con una tendenza all’aumento fino al 20% per acquisti last minute.

La Puglia concorre in maniera importante nella produzione di fiori recisi, con il 10% dei crisantemi, il 34% di garofani, il 23% di rose, il 13% di gerbere e il 16% di fresie, ma l’aumento dei costi di produzione – aggiunge Coldiretti Puglia – rischia di affossare il reddito delle imprese, motivo per cui si chiede di ridurre i costi energetici e della logistica, per rendere il settore ancora più competitivo.
Nel Salento, i distretti più importanti sono quelli di Taviano e Leverano, che si estendono anche ai comuni limitrofi di Alliste, Melissano, Racale e Ugento e poi Copertino, Nardò, Porto Cesareo.

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