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Xylella, reimpianti al palo: 40 milioni ostaggio della burocrazia

LECCE- I soldi ci sono, ma non si sta riuscendo a spenderli. La burocrazia sta tenendo in ostaggio 40 milioni di euro del Piano di rigenerazione olivicola, già messi a disposizione della Regione dal Ministero e destinati agli espianti e ai reimpianti in area infetta da Xylella.

A tenere bloccato il tutto è una graduatoria che ancora non viene pubblicata: ritirata la prima in seguito ai vari ricorsi presentati, è attesa da mesi la nuova per lo scorrimento delle domande di contributi presentate dalle aziende, soprattutto leccesi.

Mentre nei campi il disseccamento è evidente, nei palazzi è tutto fermo, tanto che nelle scorse ore la giunta regionale ha dovuto deliberare una variazione di bilancio che ha previsto l’avanzo di amministrazione vincolato per consentire l’utilizzo dei 14 milioni di euro non spesi nel 2020. A questi si aggiungono i 28 milioni di euro della dotazione finanziaria relativa al 2021, anno che tra l’altro sta volgendo al termine senza che un euro sia stato impiegato. A ciò si sommano, ancora, 4 milioni di euro ancora disponibili per la salvaguardia degli ulivi secolari e monumentali.

“Il fatto che concretamente non sia stato ancora liquidato alcun aiuto pubblico di quelli destinati è gravissimo”, denunciano da Coldiretti. I numeri dicono già tanto: ad essere ammesso a finanziamento è solo il 6% delle istanze di espianto e reimpianto, cioè solo 521 domande e 23 progetti collettivi a fronte di una richiesta complessiva pari a 216 milioni di euro. Ciononostante, non si riesce a far arrivare al territorio neppure quei 40 milioni di euro, che sono già poca cosa rispetto al fabbisogno emerso.

Tra l’altro, a distanza di 19 mesi dalla pubblicazione del Piano straordinario per la rigenerazione olivicola della Puglia da 300 milioni di euro, risultano tuttora da spendere 134 milioni di euro, soldi che sono fermi in capo al ministero. Al palo, poi – proseguono da Coldiretti -, ci sono le risorse per il contrasto al vettore da destinare agli enti pubblici (per la rimozione degli ulivi secchi, la ricerca, la diversificazione produttiva) con il fallimento delle misura per gli innesti degli ulivi monumentali che ha registrato l’adesione di sole 91 aziende agricole.

Nel frattempo, la nuova stagione olivicola si preannuncia risicata, se non quasi nulla in ampie zone del Salento. Così come accade da sette anni.

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