TARANTO – “Non siamo noi che dobbiamo ricordare, perché non abbiamo bisogno di questa giornata per ricordare. Dobbiamo però far ricordare quanto accaduto a tutti coloro che possono fare qualcosa di concreto, affinché queste morti non accadano“.
A parlare è Amedeo Zaccaria. Suo figlio, Francesco, a 29 anni ha perso la vita metre lavorava su una gru, scaraventata sott’acqua da un tornado. Ed è in quello stesso specchio d’acqua, prospicente il Quarto Sporgente del porto di Taranto, che in mattinata – su iniziativa del Comitato “12 giugno” Vittime del Lavoro, del Dovere e del Volontariato – si è tenuta una cerimonia di commemorazione per non dimenticare.
Francesco, giovanissimo operaio ex Ilva, non è l’unico ad aver perso la vita qui, nel 2012. Sette anni dopo, un incidente analogo si portò via Mimmo Massaro, anche lui operaio del siderurgico.
In mattinata un lungo corteo con partenza dal molo Sant’Eligio, anche alla presenza dell’Amministrazione Melucci. Cittadini, amici e familiari delle vittime del lavoro, scolaresche, associazioni, sindacati e membri del comitato promotore dell’iniziativa hanno così tenuto vivo il ricordo di chi, con il lavoro, avrebbe voluto guadagnarsi il pane e non di certo la morte.
E.FIO