Tumori al seno, a Lecce e Brindisi si muore di più della media nazionale

LECCE- Un’impennata a Brindisi, una frenata a Taranto e una crescita costante a Lecce, dove si continua a superare la media nazionale e regionale: è l’andamento della mortalità per tumori alla mammella nel Salento. A restituire l’analisi dei dati è la Lilt di Lecce nell’ultimo numero della sua rivista, in vista del mese dedicato alla sensibilizzazione sul cancro al seno: in Italia le nuove diagnosi sono aumentate del 14 per cento in cinque anni e cresce anche la mortalità per questo tipo di neoplasia.

Il tumore alla mammella resta in assoluto il più frequente nel nostro Paese con quasi 55mila nuovi casi nel 2020, davanti al colon-retto(43.702) e al polmone (40.882). E’ anche la principale causa di mortalità oncologica nella donna e rappresenta il 17% di tutti i decessi per cancro sebbene oggi oltre l’85% delle donne colpite sopravviva a 5 anni dalla diagnosi.

In Puglia, stando ai dati Istat più aggiornati, quelli 2018, sono stati 840 i decessi registrati in un anno con un tasso grezzo per 10.000 abitanti passato in otto anni dal 3,54 al 4,05, prossimo alla media nazionale (4,2).
Nelle tre province salentine, è Brindisi a registrare l’impennata più eclatante, passando da un tasso del 3,22 a quello del 4,86 tra il 2010 e il 2018. Tradotto, a perdere la vita sono un centinaio di donne all’anno. A Taranto, invece, dal 2016 si è iniziato a registrare una fase calante, con un numero di decessi che fortunatamente inizia pian piano a diminuire dopo una continua fase di crescita. La provincia di Lecce, poi, resta il caso più particolare. I dati indicano che si è registrato un incremento di mortalità negli ultimi anni: dai 158 del 2010 si è passati ai 182 del 2018, con un tasso grezzo che progressivamente è aumentato da 3,77 a 4,39 con andamento pressoché costante. Siamo, dunque, al di sopra della linea media pugliese e italiana. E questo dovrebbe far sorgere molti interrogativi su cause, screening e terapie.

“Questi dati – commentano dalla Lilt Lecceci dicono, in sostanza, che i tumori del seno stanno aumentando progressivamente in tutte le fasce d’età, mentre le disparità socio-economiche scavano profonde disuguaglianze nelle possibilità di diagnosi precoce e di cura. Da questi numeri occorre partire per orientare scelte e programmazioni future, che dovranno tener conto della necessità di investimenti importanti in termini di prevenzione primaria, per poter ridurre il rischio di ammalarsi di cancro al seno ed abbattere così l’incidenza”.

Il riferimento è, in particolare, ai “fattori di rischio ambientali”, che sono sì i comportamenti individuali (ad esempio il consumo di alcool e fumo, obesità,mancato allattamento, ecc.), ma sono anche le esposizioni a sostanze chimiche (come pesticidi, inquinanti industriali,prodotti di consumo, farmaci, radiazioni) e sono pure i fattori socio-economici: chi meno ha e meno sa è sempre la vittima più esposta.

t.c.

 

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