Ambiente

Ex Saspi, 50mila ad Arpa per le analisi sui rifiuti tombati

LECCE- Qualcosa si muove sul fronte dell‘ex Saspi, l’ex inceneritore di Lecce lungo la tangenziale est sui cui terreni sono state tombate 140mila tonnellate di rifiuti tal quali e di ceneri e scorie. Con grande ritardo, a fatica, ma un ulteriore passo in avanti si registra con la determina del Settore Ambiente del Comune di Lecce del 23 settembre scorso: Palazzo Carafa ha affidato ad Arpa Puglia, per 50mila euro, l’esecuzione delle analisi dei campioni in contraddittorio su terreni e acque sotterranee. I controlli rientrano, anche come spesa, nel Piano di caratterizzazione dell’area, studio preliminare a qualunque bonifica, finanziato con 441mila euro dalla Regione Puglia.

Com’è noto, nel 2017, la Provincia di Lecce ha emesso specifica ordinanza nei confronti del legale rappresentante della società romana Daneco Impianti S.r.l. in liquidazione, individuata come responsabile della potenziale contaminazione dell’area: doveva essere l’impresa a provvedere alla predisposizione del Piano della Caratterizzazione. In sua assenza, lo ha avviato il Comune che, almeno sulla carta, dovrà poi rivalersi sulla società.

Ora, su richiesta di Arpa, si dovrà procedere con il prelievo di 5 campioni di terreno e di 4 di acque di falda, più di quanto inizialmente stabilito. E ciò si aggiunge alla validazione delle analisi fatte eseguire da Palazzo Carfa ad una società siciliana, sempre nell’ambito della caratterizzazione.

Lunghe procedure per un inquinamento accertato già vent’anni fa e che ha visto finora solo interventi di messa in sicurezza. Eppure, anche nel 2014 il lavoro dei consulenti tecnici della Procura ha portato a galla sforamenti importanti di sostanze tossiche e cancerogene. Tutto ciò nonostante si possa accedere alle procedure più semplificate per la bonifica, essendo l’area dell’ex Saspi di non ridotte dimensioni, come previsto nel Testo unico per l’ambiente e suggerito dagli stessi consulenti della Procura già diversi anni fa.

 

 

 

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