
PUGLIA – La Puglia convince: per gli imprenditori del centro-nord Italia è la prima regione del Mezzogiorno nella quale sarebbero propensi ad investire. È l’orientamento del 52 per cento di oltre 60 presidenti, amministratori delegati e altre figure apicali di imprese del centro-nord con un fatturato medio di 25 milioni di euro (e superiore a 100 milioni nel 30% dei casi) intervistati sul tema nell’ambito dello studio realizzato per l’associazione pugliese Orbita da Sec Newgate Italia. La ricerca, “Benvenuti al Sud”, presentata ufficialmente venerdì sera a Ostuni, dice anche altro: gli imprenditori intervistati favorevoli a investire al Sud (il 39% del totale) riconoscono alla Puglia un sistema formativo di prim’ordine, preparazione e motivazione delle risorse umane, simili a quelle presenti nelle regioni centro-settentrionali. Stesso gradimento per la Campania con a ruota la Sicilia (44% delle preferenze) mentre, distanziate, Calabria e Basilicata (scelte dal 26% del campione), che precedono il Molise (17%) e la Sardegna, fanalino di coda col 4%.
C’è anche il rovescio della medaglia: il 61% degli imprenditori intervistati non è interessato a investire nel Mezzogiorno ritenendo scarsamente interessante questo mercato (per il 41% di loro) e inefficiente il sistema Paese in quest’area (24%). Più nello specifico, gli ostacoli che si frappongono ai potenziali investimenti sono l’inefficienza della Pubblica amministrazione (per il 64% degli intervistati), le infrastrutture carenti (segnalate nel 50% dei casi), le logiche clientelari (40%), la presenza di criminalità organizzata e una cultura del business diversa.
Gli intervistati hanno anche indicato la strada per agevolare gli investimenti: vantaggi fiscali (indicati dal 61% del campione), una burocrazia più snella (51%), migliori infrastrutture (39%) e un più agevole accesso al credito (14%). Altro fattore ritenuto fondamentale nella scelta di un territorio in cui investire è l’offerta formativa, sia universitaria che professionale (quest’ultima ritenuta molto importante dal 39% degli intervistati). Sul punto, alcuni imprenditori del centro-nord ritengono che la presenza nel Mezzogiorno di risorse preparate e desiderose di rimanere nel proprio territorio potrebbe incentivare il cosiddetto ‘south working’, letteralmente il lavorare dal Sud, anche per aziende che hanno sede altrove, strumento ritenuto utile per ridurre il divario economico, sociale e territoriale nel Paese, e per migliorare la qualità della vita delle persone senza costringerle a emigrare.
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