
LECCE – In un’Italia complessivamente in ritardo, la provincia di Lecce – in controtendenza – eccelle. Lo fa sul fronte della regolarizzazione dei lavoratori stranieri impiegati in nero in agricoltura, allevamento, attività di assistenza anziani e cura della casa.
Lo dicono i dati ministriali.
A imprimere un’accelerata in tal senso è stato il provvedimento approvato nel giugno 2020 dal Governo Conte, propio per evitare lo sfruttamento lavorativo.
Tutto il Paese, però, è in ritardo si diceva. Basti pensare che al primo giugno di quest’anno, soltanto 11mila delle 220mila domande presentate per mettersi lavorativamente in regola, risultavano evase. Il tutto a più di un anno, appunto, dal provvedimento varato a livello nazionale.
In provincia di Lecce, invece, la trattazione di queste domande per l’emersione dei rapporti di lavoro si avvia alla conclusione.
Nella Prefettura di Lecce su un totale di 1.989 domande, è stato definito l’ 85,51 % , inclusi rigetti e rinunce.
Le residue sono in fase avanzata di definizione. Si tratta in prevalenza di lavoratori impiegati nella cura della casa e degli anziani.
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