Case Popolari: ricominciano gli sgomberi. A Lecce protesta disperata

LECCE – Dopo l’estate si torna ad accelerare sul fronte degli sgomberi degli alloggi occupati abusivamente in tutta la provincia di Lecce. La conferma arriva direttamente dalla Prefettura, che il solo ruolo di coordinare le attività: il calendario c’è, c’è sempre stato e adesso si continua a dare seguito a quelli intenti, definiti da tempo con apposite cabine di regia. Obiettivo: restituire gli alloggi ad oggi occupati senza titolo all’ente di proprietà, ArcaSud o Comune, per poi assegnarli agli aventi diritto, seguendo l’apposita graduatoria.

Un problema atavico e non di facile soluzione questo. Nella gran parte dei casi chi sfonda queste porte lo fa per disperazione, non potendo aspettare i tempi lunghi della burocrazia.

Lo racconta ad esempio questa giovane mamma, Ines. Nel marzo dello scorso anno ha occupato questa casa in via Indino a Lecce, al civico 26, insieme ai suoi due figli. In mattinata Forze dell’Ordine, Servizi Sociali e Ufficio Casa di Palazzo Carafa sono arrivati sul posto per procedere con lo sgombero preannunciato dell’immobile. I figli sono affetti entrambi da gravi patologie che ne rendono necessari continui accertamenti e visite mediche. Ines sa di aver sbagliato nel forzare quella porta, ma “non avevo altra scelta, non avevo nessuno – dice – sono una madre che non vuole vivere con i propri figli in strada. Ho bisogno di aiuto”.

E in mattinata si è opposta allo sgombero con tutta la sua forza. Quella della disperazione.

Dall’Ufficio Casa e dai Servizi Sociali di Palazzo Carafa ci spiegano che la situazione complessa di questa famiglia era nota da tempo. Così come l’intento di eseguire lo sfratto, preannunciato come impone la Legge nei mesi precedenti. Per la donna e i figli è stata trovata comunque una soluzione tampone, una casa famiglia che le accoglierà sin da subito.

Per Ines si tratta però di “una soluzione non adeguata alle patologie dei miei figli, che hanno bisogno di serenità e punti di riferimento stabili”. Per questo preannuncia di non volersi arrendere.

 

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