
PUGLIA – Crescono in Puglia in 10 anni del 14% i vigneti biologici, con oltre 15mila ettari e una decisa spinta alla transizione ecologica che ha portato le cantine pugliesi a prestare sempre maggiore attenzione all’ambiente. Lo rende noto Coldiretti Puglia, sulla base dei dati del quaderno tematico su LA FILIERA VITIVINICOLA BIOLOGICA, redatto da ISMEA, Ciheam Bari e Sinab.
In Puglia sono 93 le cantine biologiche che producono 347mila ettolitri di vino bio, con 3.312 gli operatori della filiera vitivinicola biologica, di cui 2.709 produttori, 461 produttori/preparatori e 142 preparatori esclusivi, con il comparto del vino biologico che testimonia una grande vivacità anche a seguito del notevole interesse che i mercati nazioni ma, soprattutto, internazionali stanno manifestano.
Sul fronte dell’uva da tavola la Puglia non ha rivali con 1.700 ettari, il 74% del totale nazionale, grazie agli sforzi dei viticoltori che hanno aumentato la qualità delle produzioni e al contempo è stato diminuito l’impatto ambientale e la percentuale di residui, la più bassa al mondo, con pratiche agronomiche mirate.
Il vigneto bio è decisamente più impegnativo perché il periodo medio di conversione è di tre anni, durante i quali la resa della vite risulta notevolmente inferiore, con investimenti in attrezzature onerosi che fanno lievitare i costi, tanto che un vigneto bio costa circa il 30% in più di un vigneto convenzionale.
Sempre più grande l’attenzione all’ambiente dal tappo in vetro, alla chiusura innovativa riciclabile al 100% e realiz materinnbili d’origine vegetale, al vigneto ad alberello di uve Sauvignon in riva al mare.
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