BRINDISI – Quello che si è verificato a Brindisi in uno dei giorni più caldi della stagione estiva non è stato un semplice incendio di sterpaglie. Le fiamme hanno divorato decine e decine di ettari di macchia mediterranea per chilometri e chilometri, rendendo estremamente difficile anche l’intervento di spegnimento dei vigili del fuoco.
E’ andato completamente distrutto il “Parco Sbitri”, realizzato anni fa dall’Amministrazione Comunale e poi lasciato in uno stato di completo abbandono. E la stessa cosa è avvenuta sul lato-mare del Villaggio di Acque Chiare, tuttora sotto sequestro per la ben nota vicenda giudiziaria. L’ennesima conferma che non basta apporre un cartello con il provvedimento giudiziario. Qualcuno deve occuparsi della sua manutenzione per evitare che erbacce alte due metri contribuiscano ad alimentare gli incendi. La conseguenza è che è andato tutto a fuoco, con danni economici incalcolabili. Ed hanno rischiato anche i bagnanti degli stabilimenti balneari della zona, molti dei quali sono stati obbligati a spostare le auto in sosta sulla litoranea per evitare che finissero nel rogo.
L’aspetto davvero incredibile è che gran parte di quei terreni andati in fumo sono di pertinenza del Demanio ed altri anche del Comune e sarebbe logico aspettarsi che le regole imposte ai privati per prevenire incendi vengano rispettate da chi quelle regole le impone.
Sta di fatto che quanto accaduto rappresenta la conferma che si parla spesso ed a sproposito di valorizzazione del litorale senza poi porre in essere alcuna azione concreta per tutelarlo. Davvero un peccato, soprattutto se ci si sofferma ad apprezzare la bellezza del suo mare e gli ottimi esemplari di macchia mediterranea.
Mimmo Consales