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Meccanica e Agroalimentare i Re dell’economia locale. Ma non cercano professionisti

PUGLIA – L’economia pugliese ha un Re e una Regina: sono due i settori manifuttaturieri a farla da padrone. Il settore meccanico legato ai trasporti, da un lato, e il settore agroalimentare dall’altro. Peccato che “è evidente tuttavia – si legge- che non vi sia una tendenza consolidata da parte da parte dei suddetti comparti ad assumere personale specializzato tecnico“. La falla del sistema binario studio-lavoro emerge proprio dal rapporto “ITS: specializzazione produttiva provinciale pugliese ed esiti occupazionali dei diplomati”. Un report con numeri e statistiche sulle imprese del territorio, percorsi di studio attivi e ricadute occupazionali, realizzato da ARTI – l’Agenzia Regionale Strategica per la Tecnologia e l’Innovazione, in collaborazione col Gruppo di Lavoro del progetto Puglia Competenze.

L’obiettivo era proprio quello di individuare le esigenze di competenze tecniche superiori provenienti dal sistema d’impresa pugliese e suggerire possibili percorsi e strumenti idonei a colmare questo divario.

Dunque i buoni propositi ci sono. Ma i dati sulle assunzioni di personale specializzato la dicono lunga e trasformano la corsa ai ripari in una ripida salita.

Ad ogni modo non solo meccanica e agroalimentare. Anche metallurgia ed abbigliamento presentano indici di specializzazione sul territorio superiori alla media italiana.

Diversamente dal caso delle professioni tecniche, sono i settori dell’industria in senso lato (comprese le costruzioni) ad assorbire maggiormente personale. Numeri comunque contenuti, che non superano di molto le poche centinaia di unità per anno.

A godere della risalita in termini occupazionali è, in primis, la provincia di Bari (27%). Segue Lecce (11%) , Taranto(9%), Foggia e Brindisi (rispettivamente 7% e 5%). Ultima la BAT, che riesce ad assumere poco meno del 4% dei nuovi lavoratori.

In generale, la qualifica “Tecnici del marketing” da sola assorbe circa il 19% delle assunzioni regionali in professioni tecniche, il restante delle assunzioni viene parcellizzato tra le altre professioni.

Dal report emerge anche un’altro dato: delle aree tecnologiche in cui è maggiore la specializzazione produttiva pugliese, ve ne sono tre non coperte attualmente dalle Fondazioni ITS esistenti: l’area dell’efficienza energetica, quella dei servizi reali alle imprese e quella delle nuove tecnologie della vita, ambiti in cui attrezzarsi con tecnici specializzati sarebbe particolarmente urgente per il territorio.

Non uno, dunque, ma diversi i vuoti da colmare perché il territorio viaggi al passo con i tempi, arricchendo l’offerta e contemporanemente il personale.

E.FIO

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