TARANTO – “Il messaggio che lanciamo è che siamo solo all’inizio: comincia da qui, dal fermo della Cokeria, lo spegnimento dell’area a caldo dell’Ilva”. E di fatto “Spegniamola insieme” è il motto che in mattinata ha accompagnato la protesta degli ambientalisti, promossa dal Comitato Cittadino per la Salute e l’Ambiente. Una mobilitazione sotto la Prefettura, proprio nel giorno in cui Acciaierie d’Italia avvia le operazioni di fermata, da concludersi entro dieci giorni, della batteria 12 del reparto Cokerie. Il motivo, lo ricordiamo, è il mancato completamento degli interventi di adeguamento previsti dal piano ambientale del Dpcm del 29 settembre 2017. Lo stop è stato imposto con un decreto firmato dal ministro per la Transizione Ecologica, Roberto Cingolani.
Dopo la protesta, una delegazione di associazioni ha incontrato il prefetto Demetrio Martino. A quest’ultimo è stata illustrata un’iniziativa di richiesta di intervento per danno o minaccia di danno ambientale, in base all’articolo 309 del Codice dell’Ambiente che recita: “Il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare valuta le richieste di intervento e le osservazioni ad esse allegate afferenti casi di danno o di minaccia di danno ambientale e informa senza dilazione i soggetti richiedenti dei provvedimenti assunti al riguardo”.
Tale iniziativa è stata realizzata con il supporto tecnico-scientifico del centro di ricerca CEDEUAM UniSalento, Coordinato dal professor Michele Carducci.
“Dalla batteria in fase di spegnimento -rimarcano in chiusura gli ambietalisti- sono fuoriuscite sostanze cancerogene per tanti anni. Finalmente adesso si fermerà perché non a norma. Abbiamo lottato per fermarla e si fermerà. Avanti così, fino a spegnere tutte le batterie della cokeria e tutta l’area a caldo”.
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