TARANTO – Tutto è partito da uno dei detenuti in regime di massima sicurezza: prima i decimi di febbre due settimane fa, poi la situazione è peggiorata. Si è proceduto dunque con il tampone che ne ha fatto emergere la positività al covid. Secondo alcuni familiari dei detenuti, che hanno contattato la redazione, “una diagnosi tardiva rispetto ai primi sintomi sospetti”.
Fatto sta che nella casa circondariale di Largo Magli si è sviluppato, in pochi giorni, il più vasto focolaio di contagi da coronavirus registrato a Taranto, in ambienti non ospedalieri, da quando è iniziata la pandemia in Puglia. Da quel primo caso di positività, infatti, ad oggi ne sono emersi altri 39. 5 sono emersi propro nelle ultime ore. Fino a venerdì sera erano 34.
La sezione carceraria più coinvolta, si diceva, è quella della massima sicurezza dove tutto è partito e che, di conseguenza, è stata completamente isolata. Il primo detenuto risultato infetto è l’unico finito in ospedale: è ricoverato al Moscati e la diagnosi è di polmonite bilaterale da Covid. Gli altri detenuti risultati positivi, al margine dei tamponi a tappeto in corso a cura della Asl di Taranto, sono asintomatici o pauci-sintomatici. Complice l’alta adesione alla campagna vaccinale, per cui più della metà ha già ricevuto almeno la prima dose, scongiurando così i sintomi gravi legati all’infezione.
Nella sola giornata di venerdì più della metà dei detenuti è stato sottoposto a test: una fetta corposa del personale ospedaliero tarantino è stata infatti spostata nella casa circondariale per garantire la tempestivita dei monitoraggi.
16 i detenuti in isolamento precauzionale per contatto stretto e 14 per contatto occasionale con il primo detenuto positivo.
La dirigente sanitaria della casa circondariale, proprio nelle scorse ore ha rassegnato le dimissioni. “Pur lavorando in sua assenza – ha però rassicurato la direttrice, Stefania Baldassari – siamo impegnati, senza tregua, grazie all’impegno profuso dalla Asl, per un monitoraggio costante dei 689 detenuti totali presenti in struttura”.
Intanto il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del Ministero di Giustizia, di concerto con il Ministero della Salute, ha disposto il divieto a nuovi ingressi in tutta la casa circondariale tarantina. Fino a nuove disposizioni, tutte le persone colpite da misure di detenzione in carcere disposte dalla Procura di Taranto saranno tradotte nelle strutture penitenziarie di Brindisi e Lecce.
I colloqui con i detenuti saranno per ora consentiti soltanto da remoto.
E.FIO