SALVE- Prevedere punteggi in più per le imprese femminili è una discriminazione al contrario nei confronti degli uomini: è il principio che chiarisce il Tar Lecce, con la sentenza pubblicata in mattinata con cui ha accolto un ricorso promosso contro il Comune di Salve. Un imprenditore locale, difeso dagli avvocati Francesco Romano, Leonardo Maruotti e Salvatore Ponzo, aveva impugnato il provvedimento di assegnazione delle concessioni per il commercio su aree pubbliche: in graduatoria era stato superato da un’impresa che aveva potuto ottenere un punto in più, quello decisivo, in quanto impresa femminile. Per il Tar, sebbene questa sia stata configurata come misura “di sostegno alla imprenditoria femminile, adottate (con il meritorio obiettivo – si intuisce – di promuovere le pari opportunità in un settore evidentemente caratterizzato da un tasso di disparità uomo-donna)”, comunque si tratta di “previsione oggettivamente discriminatoria per il sesso maschile, ossia in una sorta di discriminazione a contrario, in violazione dei principi di non discriminazione e di parità di trattamento tra donne e uomini”.
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