SAN DONATO – Un 39enne di San Donato di Lecce è morto sabato mattina durante o dopo l’intervento per l’applicazione di un pacemaker all’ospedale Fazzi di Lecce. Francesco Perrone era stato accompagnato in pronto soccorso martedì 4 maggio dal padre, Oronzino, perché non si sentiva bene.
Dopo la visita, aveva riferito telefonicamente ai familiari – impossibilitati ad accadere, o ad andare a trovarlo, a causa dei protocolli Covid – di essere stato ricoverato nel reparto di Cardiologia per degli accertamenti. Sabato mattina l’ultima telefonata al padre, nella quale Francesco rassicurava di stare bene, informandolo che si sarebbe dovuto però sottoporre a un intervento per l’impianto di un pacemaker. Poco prima delle 11 la drammatica telefonata alla compagna, Federica, da parte del personale del reparto di Cardiologia, con la notizia che ha completamente annientato i familiari: Francesco era deceduto. La Procura ha avviato tramite il PM dott.ssa Rosaria Petrolo un fascicolo di indagine con ipotesi di reato di omicidio colposo (al momento nei confronti di ignoti) disponendo un accertamento tecnico irripetibile per determinare le effettive cause del decesso. I familiari della vittima si sono affidati al gruppo Giesse Risarcimento Danni, specializzato in casi di malasanità, nominando come proprio consulente tecnico il dottor Alessandro Bocchini di Brindisi, che affiancherà i consulenti della Procura dottori Dell’Erba e Marchese.
In queste ore sarà eseguita l’autopsia. «E’ nostra ferma volontà chiarire ed accertare cosa esattamente sia accaduto in questi ultimi 5 giorni di vita di Francesco – sottolinea Giacomo Corvino, responsabile dell’ufficio Giesse di Francavilla Fontana – I familiari non riescono a darsi pace e chiedono di ricostruire tutto quanto accaduto in modo da chiarire se dal ricovero fino all’inatteso intervento chirurgico le condizioni di Francesco siano state gestite al meglio».