BARI – La tabella di marcia per la realizzazione della condotta sottomarina per il depuratore di Gallipoli va avanti secondo i tempi previsti. Acquedotto pugliese, in commissione Ambiente del Consiglio regionale, ha informato sui passaggi necessari.
Anzitutto il più delicato: la realizzazione, appunto, della condotta che scaricherà i reflui affinati in mare. Per i primi due chilometri sarà necessario trivellare il fondale perché la condotta sarà interrata e per farlo si ricorrerà a tecniche evolute vista la zona così altamente sensibile. Dopo i due chilometri la condotta sarà posata sul suolo marino per scaricare così le acque depurate a 6,5 chilometri dalla battigia. A causa delle perforazioni nel primo tratto di costa, sarà necessario verificare la presenza di ordigni bellici, in tal senso la Capitaneria è già allertata.
Un’opera necessaria per il sindaco di Gallipoli, Stefano Minerva. Se per il vicepresidente di Legambiente Puglia, Maurizio Manna, bisogna concentrarsi su progetti di ampio respiro che puntino a riutilizzare le acque affinate nel modo migliore possibile, Biagio Malorgio di Udicom Puglia ha ribadito la sua contrarietà perché “gli studi scientifici dimostrano che lo scarico a mare è passato”.
Ma per l’assessore regionale all’Ambiente, Anna Grazia Maraschio alternative non ce ne sono e interrompere un progetto in fase avanzata potrebbe addirittura costituire un danno peggiore per l’ambiente. I commissari regionali Paolo Pagliaro, La Puglia Domani e Antonio Gabellone, Fratelli d’Italia, si sono detti pronti a vigilare sui tempi e sulla realizzazione del progetto, ribadendo la necessità di ridare dignità al territorio la cui costa è sfregiata dagli sversamenti estivi e restituendo, attraverso le acque affinate, nuova linfa all’agricoltura piegata dalla xyella.