Cronaca

Omicidio via Montello: domani al via il processo. De Marco non sarà in aula

LECCE- Antonio de Marco non sarà presente nell’Aula Bunker del Tribunale, dove si aprirà alle 9,30 di domani mattina il processo che lo vede imputato per il duplice omicidio dei due fidanzati Eleonora Manta e Daniele De Santis. Una decisione presa da tempo  e concordata con i due legali Andrea Starace e Giovanni Bellisario. Ci saranno, probabilmente, i familiari e gli amici delle due vittime e i loro legali che presenteranno la richiesta di costituzione di parte civile: il padre e la madre di Daniele, le sorelle del ragazzo ed un nipote ( con l’avvocato Mario Fazzino e Renata Minafra). Per Eleonora: la nonna della ragazza, lo zio, la madre ( con gli avvocati Stefano Miglietta e Fiorella D’Ettore) ed il padre ( avvocato Luca Piri). Questo servirà anche a quantificare il danno subito dalle parti civili per la grave perdita subita, e quindi avanzare la richiesta di risarcimento.

I genitori di Daniele hanno già annunciato che qualsiasi somma sarà liquidata sarà devoluta interamente in beneficenza.

Il processo si terrà davanti alla Corte d’Assise con presidente Pietro Baffa ( a latere Francesca Mariano) . Nel corso del processo saranno circa 70 i testimoni che sfileranno. Quelli indicati dalla Procura sono 35: la maggior parte forze dell’ordine che hanno svolto le indagini, ma anche i vicini di casa, e l’ex coinquilino di De Marco. Per le parti civili i parenti e amici dei due ragazzi massacrati la sera del 21 settembre scorso nell’appartamento di via Montello.

De Marco non parteciperà alla prima udienza, ma potrebbe in seguito essere ascoltato. Sarà lui a decidere se rilasciare o meno altre dichiarazioni rispetto ai due interrogatori ai quali è già stato sottoposto. Per la difesa saranno ascoltati anche i consulenti psichiatrici incaricati di redigere la relazione dopo gli incontri in carcere con l’imputato e nella quale si parla di “quadro psicopatologico grave”. Per questo i legali di De Marco chiederanno nuovamente la perizia psichiatrica, per accertare o meno la sua eventuale infermità mentale. Il presidente della corte potrà accogliere o meno la richiesta ed eventualmente nominare già un consulente.

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