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Sticchi Damiani: “I giovani della prima squadra sono il nostro vaccino applicato al calcio”

LECCE (di Carmen Tommasi) – Il calciomercato invernale ha appena chiuso i battenti ed anche il girone d’andata si è concluso, anzi si è già giocata la prima giornata di ritorno in cui il Lecce ha fatto visita al Pordenone.  In casa giallorossa è tempo di primi e piccoli bilanci, di momenti in cui fare chiarezza su determinate questioni, obiettivi stagionali in primis. La speranza è quella di fare sempre meglio in campionato e a scendere in campo, per parlare di tutto questo, è stato il numero uno Via Colonnello Costadura, il presidente Saverio Sticchi Damiani, in una conferenza stampa congiunta con il direttore dell’area tecnica Pantaleo Corvino.

“Se vogliamo tirare le somme di questi mesi e di queste due sessioni di calciomercato è bene essere chiari e trasparenti. Dopo la retrocessione, abbiamo trascinato in serie B una serie di contratti in essere per un monte ingaggi totale per circa 15 milioni. Rispetto a 15 milioni, percepiremo un paracadute di 7 milioni. Questi sono i macro-numeri di questa stagione. Abbiamo chiesto al nuovo direttore dell’area tecnica in soli quattro mesi di valorizzare questo investimento, evitando che fosse legato solo al risultato sportivo del momento. Non ci siamo tirati indietro nel confermare questo importo ma a condizioni diverse, che hanno comportato un lavoro su quattro fronti, su quattro linee guida. La prima linea guida era quella eliminare dal gruppo della prima squadra i giocatori non funzionali al progetto tecnico o scontenti, perché focalizzati su esperienze più stimolanti del Lecce. Un gruppo di scontenti è fisiologico dopo una retrocessione ma se prende piede in uno spogliatoio può portare la società nel baratro, perché il clima negativo è pericoloso. La seconda si trattava di rafforzare la rosa attraverso elementi che fossero funzionali nell’immediato, perché pur avendo evidenziato sin da subito la necessità di intraprendere un progetto tecnico triennale, abbiamo sempre detto che se fosse stato possibile avremmo cercare di coltivare da subito sogni difficilissimi all’indomani di una retrocessione. La terza linea guida era di acquistare giovani di qualità e prospettiva per la prima squadra e acquistarli a titolo definitivo, ricorrendo il meno possibile allo strumento dei prestiti. Molti di questi ragazzi hanno dimostrato da subito di poter essere parte di questo progetto, penso a Listkowski, Hjulmand, Bjorkengren, Rodriguez. Avevamo pensato di inserirli in maniera più graduale, ma invece il loro utilizzo sta avvenendo prima del previsto. Loro rappresentano il vaccino sportivo al covid nel calcio. Il calcio non vive un periodo normale, con tv che non pagano i diritti e stadi chiusi. Il nostro vaccino applicato al calcio sono questi ragazzi, presi a titolo definitivo. Per il futuro e per un calcio che non sappiamo come sarà nei prossimi anni. Quarta linea guida: lavorare per l’acquisizione a titolo definitivo di ragazzi per il settore giovanile, verificando la possibilità di investire anche oltre il territorio e oltre i confini italiani. Abbiamo acquisito ben 13 giocatori a titolo definitivo, alcuni dei quali stanno già giocando con le squadre del settore giovanile. I 15 milioni di monte ingaggi pertanto è stato trasformato attraverso queste linee guide. Abbiamo la sensazione e solo il tempo lo dirà che in quattro mesi è stato fatto un lavoro incredibile a cui si aggiunge un ulteriore elemento: la carenza di alcune strutture, soprattutto con riferimento del settore giovanile. Il centro dell’Acaya è importante ma ha un solo campo, sollecitati dal direttore ne abbiamo creato un secondo. Abbiamo investito sulle strutture nell’ottica di una crescita complessiva. Con il direttore abbiamo combattuto contro chi cercava di inquinare il nostro progetto, quotidianamente siamo attenti anche alle virgole, per valorizzare anche le piccole cose. Ho la sensazione che sta nascendo qualcosa di importante. Ringrazio tutti i soci, per i loro sacrifici”.

Pantaleo Corvino, 70 anni, responsabile dell’area tecnica del Lecce

UN VOTO A CORVINO? –  Alla precisa domanda di dare un voto all’operato del direttore dell’area tecnica, Pantaleo Corvino, risponde così: “Faccio il professore universitario, posso dare un 30, ma per dare la lode ci vorrà tempo. Il 30 e lode, invece, è per lo sforzo da lui profuso, giorno e notte. Ricordo il direttore qualche giorno fa alle 2.30 di notte che combatteva per noi con la Turchia. Ho temuto per la sua salute”.

DARE DI … – La squadra può ancora crescere tanto da tutti i punti di vista: “Un voto a Corini e al gruppo? Non fatemi dare voti (sorride, ndr) Da Corini e dalla squadra ci aspettiamo tanto. Ci manca qualche vittoria in casa, perché fuori casa il rendimento della squadra è apprezzabile. Speriamo che nel girone di ritorno questo trend possa cambiare, è quello che mi aspetto da questo gruppo. Il pareggio con l’Empoli sapeva di vittoria perché dopo 70 minuti brutti con cinque ragazzini siamo riusciti a mettere sotto la capolista. Era esaltante più il messaggio che il pareggio in sé. Obiettivamente i pareggi con Pordenone e Cittadella vanno presi di buon grado. Qualche vittoria in casa anche prestigiosa contro le big però mi sarebbe piaciuta”.

PALLONE IN CRISI –  Anche il mondo del calcio sta patendo, e non poco, la situazione generale dovuta al covid-19: Al momento il sistema calcio non ha prospettive. Immaginare di gestire il calcio come prima nel contesto attuale significa andare ad esaurimento. Senza novità sostanziali, aiuti veri concreti al calcio, ingresso di fondi per la serie B o adozione di regole nuove, il sistema è destinato a non reggere più. Noi cerchiamo di dare una soluzione interna, con l’innesto dei giovani. Non si può far finta che nel mondo del calcio non stia succedendo nulla. La serie A sta cercando proprietà straniere, l’Inter è in crisi economica. Noi non vogliamo finire così vogliamo portare avanti il nostro progetto come gente che ama il proprio territorio. Se tutto dovesse tornare come un tempo saremmo i primi ad essere contenti, ma bisogna essere lungimiranti rispetto al peggio. Perchè il meglio sappiamo già come affrontarlo”.

CHE TIFOSI – Un pensiero va anche alla tifoseria giallorossa: “Abbiamo il privilegio di avere a che fare con tifosi che capiscono e ci danno una mano. Io dalla gente ho sempre avuto una mano. Quando parlo ho la sensazione di parlare a persone più intelligenti di me per la capacità di recepire messaggi onesti. Questo non toglie ambizioni. Nella promozione dalla C alla B avremmo stappato per salvarci all’ultima giornata, poi abbiamo fatto di tutto per raggiungere la serie A. Naturalmente, se ci sono le prospettive per fare qualcosa di importante, noi non ci tiriamo indietro. Questo, però, non è un assillo e non deve esserlo. Quest’anno, è chiaro, partecipiamo a una delle serie B più complicate degli ultimi anni. Il lavoro che stiamo facendo noi grazie alla lungimiranza di Corvino prima o poi ci darà soddisfazioni vere”.

CAPITOLO FALCO – Infine, un commento sull’addio amaro di Pippo Falco ai colori giallorossi: “In questi anni ho badato tanto all’aspetto umano con i miei calciatori, forse troppo. Questo è un qualcosa di atipico nel mondo del calcio. I fatti di quest’anno mi insegnano che forse avrei dovuto essere meno disponibile e generoso, perché talvolta può mancare l’intelligenza nel comprendere certi valori da parte dell’interlocutorie. Falco ha scritto su instagram che la gente non conosce l’interezza della vicenda? Menomale per lui che la gente non ne è al corrente. Mi fermo qui che, forse, è meglio…“.

 

 

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