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Tap, il forte richiamo del Consiglio a Regione e Governo: “No alle briciole, servono investimenti veri”

BARI – Non si guardi al passato ma si punti con forza ad ottenere i migliori investimenti possibili per tutto il territorio. E’ il forte richiamo ai governi regionale e nazionale della IV commissione del Consiglio regionale, durante la discussione sui ristori dovuti da Tap.

Ma il primo ostacolo da superare per il responsabile dello Sviluppo Economico della Regione, Domenico Laforgia, è proprio la spaccatura del territorio. “Tutte le cose sono possibili se c’è un accordo con il governo e con i territori e se si supera questo contrasto, imbarazzante, che per principio non si vuole parlare con Tap e Snam. In questo momento, per questo, il nostro potere contrattuale con l’azienda è ridotta ai minini termini”.

E’ determinato il presidente della provincia di Brindisi, Riccardo Rossi sul tema investimenti che non sono semplici ristori. “Se stiamo parlando di 30 milioni di euro – ha detto – e che nessuno rifiuta, io li ritengo offensivi. Se Tap e Snam che fanno affari miliardari ci vengono a proporre 30 milioni di euro per 10 comuni, tra cui due capoluoghi, Lecce e Brindisi, ne prendiamo atto ma lo ritengo offensivo”.

Il fabbisogno espresso dalle provincie di Lecce e Brindisi è corposo. Quella di Lecce ha inviato al sottosegretario Turco progetti per 280 milioni di euro. C’è di tutto: dalle strade alle scuole, passando per quello più sentito la riforestazione e il rimboschimento che da solo vale 30 milioni di euro.

Brindisi di proposte ne ha inviate 50, dieci le prioritarie e puntano ad esempio sulla nascita del centro di decarbonizzazione nella cittadella della ricerca. Valore 80-100 milioni di euro.

Ma il governo, appunto, per ora parla di 50 milioni di euro. Briciole. Ecco perché il richiamo dei consiglieri regionali è di fare in fretta ma di pretendere tutto quello che al territorio spetta. E sono pronte anche le proposte concrete da avanzare. “Il governo che è passato sulla testa delle decisioni e delle contrarietà del territorio delle istituzioni e degli enti locali – ha detto il capogruppo de La Puglia Domani, Paolo Pagliaro ricordando le battaglie decennali fin qui fatte –  ha il dovere di investire cifre rilevanti che possano tenere conto delle esigenze dei comuni che hanno subito maggiormente la ferita, ma non solo, dell’intero territorio che reclama finalmente attenzione. Invito il governo regionale, oggi assente e me ne dispiace, a farsi parte attiva del rapporto con il governo, non con le multinazionali. Che rimanga qualcosa di solido, di visibile – ha proseguito – che anche la ‘signora Uccia’ che ha combattuto per questa terra, e che ha manifestato per questa terra, abbia la percezione che quello che è stato fatto almeno ha avuto un ritorno. Io ho lanciato l’idea, ad esempio, che quei 50 milioni di euro di cui si parlava, vadano al completamento della metropolitana di superficie del Salento, ma come quella ci sono tante altre infrastrutture importanti”.

Non solo investimenti, per il consigliere del Pd, Donato Metallo, “visto che Tap e Snam hanno investito su questo territorio e portano energia nel territorio sarebbe auspicabile che l’energia alle nostre imprese, stabilendone i contorni, fosse ceduta ad un prezzo più basso rispetto a quello di mercato”.

Per Paride Mazzotta, Forza Italia, “non c’è visione chiara sulle fonti di investimento che Tap vuole destinare alla nostra provincia”, Antonella Laricchia, Movimento 5 Stelle, ha aggiunto che la partita si gioca anche sull’istituzione del Sic e sulle opportunità per le imprese locali, mentre il democratico brindisino Bruno concorda sulla necessità che ora spetti alla Regione metteri a capo di una cabina di regia che coordini l’intero territorio.

Una nuova battaglia nella vicenda del gasdotto, è solo appena iniziata.

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