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Costruzioni a 300 metri dal mare in zona già urbanizzata: “soprintendenza non dica no a priori”

SALENTO – “Davvero ingiusto che la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Brindisi, Lecce e Taranto, oramai da anni impedisca la realizzazione di ogni tipo di costruzione nella fascia di 300 mt dal mare, anche in aree già completamente urbanizzate e, pertanto, in buona parte delle marine del Salento, attraverso una restrittiva interpretazione delle norme in materia”. A parlare è la deputata Nadia Aprile, eletta nel collegio di Casarano, che presenta un’interrogazione parlamentare e sollecita il Governo a risolvere la querelle pugliese.

Le fa eco il presidente del Collegio Geometri di Lecce, Luigi Ratano, che già da tempo ha sollevato il problema: “La questione in esame, tengo a ribadire, rimane confinata ai contesti già urbanizzati – sottolinea – e non v’è alcun pericolo di compromissione delle nostre bellezze paesaggistiche e naturalistiche costiere, che rimarranno inalterate.

I recenti pronunciamenti del TAR Lecce sembrano infatti voler porre rimedio alla stortura, avvertita come ingiustizia, nell’applicazione delle previsioni di tutela paesaggistica regionale, di cui come Collegio dei geometri ci sentiamo primi promotori, purché non comportino l’indistinta e generalizzata inedificabilità assoluta di porzioni urbane, pienamente antropizzate e urbanizzate”.

Di fatto, se una persona è proprietaria di un appezzamento di terreno che, al momento dell’acquisto, precedente al 1985, era edificabile ed è, ad esempio, già circondato da case, e presenta un progetto per costruire oggi, si sente rispondere di no. Per il Tar, invece, la valutazione va fatta caso per caso. È quello che è successo con due sentenze che riguardano altrettanti ricorsi presentati da proprietari di Mancaversa e Otranto.

“Consentire il completamento edilizio nelle zone A (centro storico) e B (area di completamento) delle nostre marine (aree già totalmente urbanizzate) rende difatti giustizia ai proprietari di tali aree -dice Ratano- e consente di valorizzare per davvero i centri urbani costieri attraverso opere di rammagliatura. Pertanto – conclude Ratano – auspico che la Soprintendenza voglia prendere atto dell’orientamento del TAR Lecce, evitando di respingere ‘a priori’ ogni proposta di edificazione nella fascia dei 300 metri dal mare ed evitando così a privati ed imprese di dover necessariamente ricorrere alle tutele giudiziarie”.

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