“Un Codiv hotel per provincia”: Boccia dà mandato ad Arcuri. In Puglia è tutto fermo da aprile

covid hotel

BARI – Ora si mette fuoco alle macchine ma in realtà doveva essere tutto pronto e da mesi.

I Covid hotel tornano al centro del dibattito tra Governo e Regioni. Nel corso della videoconferenza con gli Enti locali il governo con il ministro Francesco Boccia ha dato incarico al commissario Domenico Arcuri di “attivarsi immediatamente, d’accordo con le Regioni e i Comuni, per mettere a disposizione il piu’ alto numero possibile di Covid Hotel che serviranno a ridurre la pressione sui reparti ospedalieri e a curare i contagiati senza sintomi gravi che hanno difficolta’ a restare in isolamento domiciliare”. L’obiettivo è di avere un covid hotel in ogni provincia italiana.

Una novità? Non proprio perché in primavera, nel pieno della prima ondata, fu siglato un accordo tra albergatori e protezione civile regionale per arrivare proprio a questo risultato. E di più. Perché in Puglia quell’accordo prevedeva più di un covid hotel a provincia. Era aprile si decise che a disposizione delle Asl pugliesi c’erano 24 strutture alberghiere distribuite nelle 6 province: 6 a Bari, 3 nella Bat, 9 a Foggia e 6 nel Salento di cui 2 a Lecce, 2 a Brindisi e 2 a Taranto, per un totale di 1.447 camere.

Era tutto pronto: chi doveva fare cosa, quanto sarebbero costate le camere, quale procedura dovessero seguire i pazienti positivi per ottenere ospitalità; mancavano solo i sopralluoghi e l’apertura dei covid hotel.

Ma questo è avvenuto solo per due strutture, una a Bisceglie a disposizione dei medici e l’altra a Bari città.

Il resto è rimasto tutto sulla carta. Ora, dunque, a distanza di 7 mesi bisogna correre e rimettere in piedi tutta la macchina. Da quel che si apprende, l’unico albergo in provincia di Lecce dovrebbe essere lo Zenit. Ma non è chiaro se si ripartirà dall’accordo di aprile o si rifarà un check con albergatori, sindaci e protezione civile. I covid hotel sono importanti perché, come ci ripetono dalla task force, la maggior parte dei contagi avviene in famiglia. Spesso le case non consentono una separazione netta del familiare positivo e si finisce per infettarsi a vicenda. E la curva sale.

 

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