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L’addio a Daniele, un triplice fischio di dolore. Il vescovo all’assassino: consegnati

LECCE – Oltre alle norme anticontagio, sembrava ci si fosse messo anche il maltempo a impedire a centinaia di persone di dare l’ultimo saluto a Daniele De Santis.

E invece le nuvole sono state clementi e, come se avessero capito il momento, si sono ritirate proprio a mezzogiorno per lasciar bagnare solo dal sole il feretro in piazza Duomo.

C’erano la famiglia dilaniata, gli amici e i colleghi arbitri per il triplice fischio finale di dolore, a salutare un ragazzo di 33 anni ammazzato sulle scale della sua casa storica che finalmente tornava ad abitare con la persona con cui stava costruendo il futuro. Ammazzato in modo brutale, accoltellato insieme alla sua Eleonora, i cui funerali si svolgono solo quattro ore più tardi, a Seclì.

A officiare il rito funebre, l’arcivescovo di Lecce, mons. Michele Seccia, che dal pulpito si è rivolto all’assassino, tuttora a piede libero, parlando della “Vigliaccheria di chi non si manifesta” e invitandolo a consegnarsi alle forze dell’ordine, “Solo Dio può toccare il cuore di pietra di chi ha commesso questo”, “Con la vita non si gioca come con un pallone. Nessuno deve farsi giustizia da solo”.

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