TORRE LAPILLO – La barriera architettonica, questa volta, è di sabbia. E sarebbe una contraddizione in termini. E invece è proprio così: la sabbia che negli ultimi anni si è accumulata su una passerella in legno, impedisce a Luana, una ragazza di 45 anni tetraplegica, di andare al mare. Di raggiungere la spiaggia e l’acqua. Un ambiente che a lei ha sempre fatto un gran bene, tant’è che il suo papà ha comprato una casa lì vicino per lei, 35 anni fa.
Le leggi per il ripascimento che impediscono di smuovere la sabbia, fanno sì che questo padre incontri, sul suo cammino, ostacoli più alti di una duna.
“Chiedo solo di portare mia figlia al mare, è un suo sacrosanto diritto”. Siamo su un tratto di costa libera a Torre Lapillo, la passerella fu creata dal Comune. Prima poteva spingere la sedia a rotelle di Luana fino alla spiaggia, ora no.
Questo padre ha scritto a tutte le istituzioni, ha fatto appello anche alla convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità. Pensate allo sforzo fisico che, già con la passerella, è necessario per regalare un bagno a Luana: prima un tratto con la sedia a rotelle, poi si passa alla sedia job, il tutto prendendo in braccio la ragazza.
E allora, dice lui, dovrò provvedere da solo, autodenunciandomi poi per aver spalato un po’ di sabbia. Questo è. Un piccolo gesto che vuol, dire libertà e che, oggettivamente, non sembra poter essere così dannoso per l’ambiente.