LECCE (di M.Cassone) – Fino alla fine col battito del cuore a fare da metronomo alla scansione ritmica dei minuti, dei secondi, degli attimi che separeranno l’inizio dalla fine delle gare Lecce – Parma e Genoa – Verona.
Checché se ne dica questo è il bello del calcio, specialmente in questo storico momento in cui nulla è come prima, in cui si gioca in stadi vuoti ed i protocolli ingrigiscono l’aria.
Lecce e Genoa si giocheranno tutto in 90 minuti più recupero, una delle due andrà giù, in B, insieme a Brescia e Spal e potranno passare i titoli di coda su questo strano torneo.
Il Lecce ha 35 punti, il Genoa ne ha 36, i liguri però sono avvantaggiati negli scontri diretti in virtù del pareggio dell’andata al Via del Mare per 2 a 2, con i gol di Pandev e Criscito su rigore e la rimonta giallorossa con Falco e Tabanelli, e la vittoria rocambolesca in casa grazie al gol di Sanabria pareggiato poi da Mancosu e dallo sfortunato autogol di Gabriel sul tiro di Jagiello.
A quel punto il campionato sembrava finito ma il grande cuore giallorosso ha trovato il pertugio giusto per piantare l’albero della speranza che adesso potrebbe dare i propri frutti.
Il Lecce riuscirà a raccogliere quei frutti, rimanendo in serie A, se vincerà con il Parma e il Genoa non farà bottino pieno con il Verona. L’imperativo dunque è vincere.
Mentre i liguri per tenersi stretta la massima categoria devono vincere col Verona; oppure possono anche pareggiare se il Lecce non batte il Parma ma anche perdere se il Lecce non batte il Parma e pareggia poiché terminerebbero entrambe a 36 punti e per effetto degli scontri diretti i grifoni continuerebbero a volare condannando i salentini alla serie B.
Queste le ipotesi, le combinazioni, e gli incroci di numeri e coincidenze ma una cosa è certa, il Lecce scenderà in campo senza fare conti e contro il Parma giocherà la gara della vita.