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La quarantena scoraggia gli americani, gravi perdite per gli agriturismi

PUGLIA-Dal 3 giugno scorso le frontiere italiane sono aperte per la libera circolazione dei cittadini che arrivando dall’area Shengen, non dovranno sottoporsi alla quarantena obbligatoria di 14 giorni. Questo non riguarda quindi l’America alla quale l’Italia ha imposto forti limitazioni per l’intera estate. Una decisione che sta preoccupando, e non poco, gli operatori turistici. Gli americani costituiscono una buona fetta di clienti  e sono appassionati dei soggiorni negli agriturismi.

L’ assenza degli statunitensi causerà un duro colpo all’economia di questo settore dell’accoglienza perché da soli, in Puglia, costituiscono il 12% delle presenze”. L’analisi è di Coldiretti che ha calcolato gli effetti della limitazione. Questi ricadono, oltre che sul mancato soggiorno nelle strutture, anche nella vendita dei prodotti locali dei quali gli americani sono appassionati: ad esempio l’olio extravergine di oliva.

Anche le star di Hollywood adottate dal Salento non riescono a tornare: Helen Mirren, Francis Ford Coppola, Meryl Streep, Gerard Depardieu, e tanti altri.

Molti hanno annullato i viaggi per la preoccupazione di essere messi in quarantena al rientro nei loro Paesi. Insomma, una perdita importante che si somma a quelle dei viaggiatori provenienti dalla Russia. “Ma sono spariti anche gli inglesi, mentre deboli segnali arrivano da Germania e Svizzera, nonostante la riapertura delle frontiere da quasi 15 giorni- dicono Filippo De Miccolis, presidente di Terranostra, associazione agrituristica di Coldiretti e il presidente pugliese di Coldiretti Savino Muraglia– eppure gli agriturismi, che sorgono in zone isolate della campagna, in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto, sono probabilmente i luoghi dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza. Inoltre sostenere il turismo in campagna significa anche evitare il pericoloso rischio di affollamenti al mare”.

Il settore però è stato tra quelli che più ha risentito dell’emergenza sanitaria non solo in Puglia: sono 612mila le imprese con oltre 700 mila unità locali e con 2,7 milioni di lavoratori: secondo Unioncamere il 12,6% dell’occupazione nazionale.

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