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Il Lecce ricomincia a correre col pallone, il nemico si chiama infortunio

LECCE – Il Lecce, dopo l’esito negativo al Coronavirus anche del secondo tampone,  riprende la preparazione mirata a disputare la corsa ad ostacoli rappresentata da una gara ogni 72 ore per circa un mese e mezzo, 12 gare da giocare al massimo per rimanere ancorati alla barca della Serie A che al momento ormai naviga nel mare dell’incertezza.

Volendo mettere da parte per un attimo il rischio contagio da Covid-19 dobbiamo però calarci in quelli che potrebbero essere i reali problemi delle squadre costrette all’estenuante tour de force sotto al solleone di luglio e agosto senza possibilità di allenarsi veramente e ci riferiamo agli infortuni.

Se la Bundesliga è indicata come esempio della rinascita del calcio per aver ricominciato prima, allora bisogna anche accendere un faro di attenzione su quello che sta accadendo nella teutonica terra dove tutto appare perfetto ma al netto del coraggio e della risolutezza nel prendere decisioni si devono fare i conti con la realtà. Dopo due giornate sono 65 i calciatori fermi in infermeria e volendo stilare una media sono più di tre a squadra.

Numeri negativi importanti in una terra dove il caldo e l’afa non mordono le caviglie ed i polpacci e dove si sta giocando a maggio e giugno e le giornate da disputare sono appena 8; se proviamo a rapportarli a quello che potrebbe accadere in Italia, dove luglio e agosto di solito trasformano l’aria in un forno incandescente, ci accorgiamo di quanto sia avventata questa ripresa dettata solo da esigenze televisive ed economiche perché non bisogna nemmeno dimenticare che le gare si giocheranno nella tristezza più assoluta di contenitori vuoti, senza tifosi, senza emozioni e senza passione.
Dunque il nemico più tremendo per i calciatori si chiama infortunio e potrà essere determinato dai fattori più semplici da comprendere: gare ravvicinate e impossibilità di allenarsi realmente perché tra la partita ed il recupero fisico mancherà proprio il tassello più importante, l’allenamento, poiché bisognerà subito ritornare in campo per giocare.

In casa Lecce si attendono con impazienza i riscatti di Farias, Babacar, Shakhov, le conferme di Falco, Lapadula, Mancosu e l’incisività di Barak, Deiola e Saponara che a gennaio hanno arricchito la rosa a disposizione di mister Liverani che oltre alla tattica e alla carica motivazionale mentale dovrà dosare col misurino dell’oculatezza i minuti da far giocare ad ognuno dei suoi ragazzi e dovrà incrociare le dita sperando che nessuno si faccia male. 

I giallorossi in questo periodo lavoreranno a porte chiuse, presso l’Acaya Resort, lontani da occhi indiscreti e per limitare al massimo i rischi da contagio da Covid-19.

Ricomincia così il calcio in Italia tra tanti “se e ma” oltre alle titubanze sul Coronavirus, che abbiamo escluso da questo ragionamento sperando che appunto svanisca giorno dopo giorno.

Sono tanti i tavoli aperti e questa settimana sarà decisiva: si discutono orari, ipotetiche gare in chiaro sulle televisioni ed i calendari.
Per le date ufficiali e le finali “regole d’ingaggio” di queste battaglie bisogna attendere le prossime riunioni e giovedì 28 sarà basilare: il ministro allo Sport Vincenzo Spadafora incontrerà i presidenti della Federcalcio Gabriele Gravina e della Lega A Paolo Dal Pino.

M.C.

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