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Dario Carofalo: “I dubbi sulla ripresa sono tanti ma siamo pronti a fare quello che c’è da fare”

LECCE – “Manca un po’ il calcio giocato, manca l’esperienza che si vive sul campo, si parla tanto delle soluzioni alle problematiche che il Covid-19 ha portato ma effettivamente qualsiasi soluzione risulta abbastanza difficile, non è un momento facile e nessuno ha la ricetta giusta per ripartire, questo accade in ogni settore immaginiamo nel mondo del calcio dove la fisicità e il contatto è una delle grandi problematiche per i contagi”.

Dario Carofalo, Dirigente e socio U.S.Lecce (foto P.Pinto)

Un po’ nostalgiche le parole di Dario Carofalo, socio, top sponsor, dirigente e grande tifoso del Lecce, in collegamento skype con TeleRama.

A poche ore dal fatidico ritiro permanente che dovrebbe durare dalle due alle tre settimane non c’è nulla di certo, e sui tavoli del Governo ci sono le indicazioni chiare dei protagonisti che chiedono dei cambiamenti al protocollo sanitario prima di scendere in campo.

La tematica è estremamente complessa perché si parla di salute, della salute dei calciatori che sono uomini come tutti gli altri e dunque l’obiettivo primario è salvaguardare la loro salute. Hanno fatto dei test sierologici, nessuno di loro è risultato positivo ma è una situazione in itinere perché non sappiamo cosa potrebbe succedere se dovesse iniziare il campionato e ci dovesse essere un contagio, cosa si farà? La persona in questione andrà in quarantena come tutta la squadra? E in quarantena andrà anche l’altra squadra affrontata? Si sospende il campionato? Non è facile. Siamo in attesa per capire quello che decideranno gli organi competenti e il Governo. Il Lecce è rigorosamente rispettoso delle regole; siamo pronti a rispettare i protocolli, ma bisogna avere indicazioni certe, appena le avremo in maniera molto chiara ci muoveremo… siamo ai nastri di partenza e non ci faremo trovare impreparati”.

Alla domanda che calcio sarebbe senza tifosi e senza passioni, la risposta del consigliere Carofalo è chiara:

Non è il vero calcio, consideriamo il calcio lo sport aggregante anche sugli spalti, abbiamo sempre considerato i nostri tifosi il 12° uomo in campo; essere essere sostenuti è bellissimo, la gente, i cori, è una grande emozione, è uno stimolo. È appagante portare avanti progetto sportivo con la gente che ha sempre creduto in noi, e senza non è la stessa cosa. Il vero problema è che siamo stati colti tutti impreparati da questa pandemia che ci ha fatto rivedere il nostro modo di di vivere e anche il modo in cui fare calcio”.

Da lunedì 18 maggio dunque l’Acaya potrebbe essere il quartier generale del Lecce, però i se ed i ma ancora tengono banco e il ritiro al momento potrebbe slittare, anzi quasi certamente slitterà:

Situazione fluida; Acaya sì… ma può cambiare qualcosa … è tutto working in progress. La location è quella, è probabile, ma potrebbe cambiare qualcosa prima del 18: noi comunque siamo già pronti a fare quello che c’è da fare”.

È difficile da ammettere e da accettare ma a dettare i tempi dei giochi è solo lui: il Coronavirus.

M.C.

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