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“25 aprile disonorato”, la mappa della Rete25A: “Gli altri sindaci non restino in silenzio”

LECCE- A tracciare una mappa dei luoghi in cui il 25 aprile quest’anno sarebbe stato “disonorato” è la neonata Rete25A, il cui nome è un omaggio alla festa della Liberazione: riunisce oltre trenta realtà salentine, compresa Anpi, ed è “a metà tra un osservatorio permanente e un amplificatore di eventi sociali e politici”.

E con piglio da osservatorio, dunque, ha analizzato le celebrazioni – quelle effettuate e quelle mancate – per il 25 aprile: “La condizione pandemica che stiamo vivendo quest’anno – scrive la Rete in una nota – non ci ha permesso di onorare questa giornata come merita ma le iniziative, soprattutto attraverso i social, non sono comunque mancate. Di contro, però, non possiamo fare a meno di sottolineare come, in assenza di una forte componente popolare e antifascista alle varie cerimonie, alcuni sindaci e cariche istituzionali non hanno reso omaggio al 25 Aprile come avrebbero dovuto”.

Il sindaco di Nardò Pippi Mellone, ad esempio, “è andato a deporre una corona di fiori prima sotto la tomba del partigiano Giuseppe Carrino ed immediatamente dopo, infangandone il sacrificio, sotto la tomba del soldato fascista Gregorio Spano, con lo scopo di annullare ogni divisione e rendere il 25 Aprile una semplice festa che celebra una generica libertà. Se è pur vero – dicono dalla rete – che i morti sono tutti uguali, non si può comunque equiparare chi muore per la libertà di tutti e tutte a chi la morte l’ha seminata al servizio di un regime malato come fu quello di Mussolini”.

Poi, c’è il sindaco di Tuglie Massimo Stamerra, che “ha bocciato la proposta di alcuni consiglieri comunali di opposizione di far girare per le vie del paese un’auto con altoparlanti per diffondere Bella Ciao, con la motivazione secondo cui la canzone simbolo della lotta partigiana per eccellenza, la più conosciuta in tutto il mondo, non farebbe parte delle tradizioni culturali della piccola cittadina da lui amministrata”.

Da Tuglie ci si sposta a Campi Salentina, dove il presidente del Consiglio comunale Francesco Cantoro, “oltre a dichiarare che alcune fazioni politiche vorrebbero la leadership sul 25 Aprile, lo ha paragonato ad una qualsiasi domenica caratterizzata dal divieto di partecipare alle funzioni religiose”.

A Maglie, “il sindaco Ernesto Toma – continuano – ha vietato di eseguire canti partigiani durante la cerimonia della Liberazione e, nonostante non perda occasione di documentare ogni più piccolo evento attraverso i suoi canali social, non ha però ritenuto opportuno scrivere qualcosa o postare una foto della cerimonia per ricordare il 25 Aprile”.

Non dimenticanze, ma una chiara questione politica, secondo Rete25A e si spiegherebbe con il “tentativo di una destra sempre più subdola di ritornare in auge per ripiombare in un periodo che vorremmo non si ripetesse più” e con “il silenzio sempre più assordante di una sinistra che non è più sinistra da troppo tempo”. Per questo gli attivisti si dicono “non stupiti dai silenzi degli altri sindaci che, anche dichiarandosi antifascisti ed antirazzisti, non prendono posizione. Come anche non ci stupiscono i silenzi del governatore Emiliano ed i silenzi del presidente della provincia Minerva. Il 25 Aprile – concludono – non è una data da modificare secondo il proprio scopo. Il 25 Aprile è la data della Liberazione dal nazifascismo. E deve essere rivendicata e difesa con ogni mezzo necessario, soprattutto da chi è investito di una carica istituzionale visto che Resistenza e Liberazione furono i due eventi storici fondativi e costituenti della nostra democrazia”.

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