
LECCE – Farsi trovare pronti ad ogni evenienza, pronti a scattare per il rush finale nel caso in cui si dovesse riprendere, pronti ed organizzati per il ritiro permanente fino alla fine e per avere in mano tutti gli elementi utili per rispettare il protocollo, o magari i protocolli, per ridurre al minino i rischi di contagio da Coronavirus.
In casa Lecce si lavora, in modo silente, anche se non esisterà il rischio zero chiesto dai vertici societari giallorossi, è impossibile pensare che in pochi giorni possa sparire il virus; esisterà però il rischio minimo, nessuno ha la sfera di cristallo per prevedere quello che accadrà.
Acaya Resort oppure Hermitage di Galatina le due strutture più accreditate ad accogliere la compagine giallorossa, si valuta senza lasciare nulla al caso, e non sono escluse altre soluzioni.
Esami a parte, tamponi, controlli, preparazione, la squadra giallorossa se dovesse ripartire lo farebbe sulle gambe delle idee di mister Liverani che potrebbe contare verosimilmente su tutta la rosa.
Tra le certezze dei meccanismi del tecnico romano c’è il centrocampo, che con gli inserimenti convincenti di Deiola e Barak è stato puntellato bene, senza dimenticare la voglia di Petriccione, Majer, Shakhov e Tachtsidis pronti a ringhiare su ogni pallone.
A fare la differenza però, visto il DNA votato all’attacco e le pecche difensive spesso dimostrate, dovrebbe essere il reparto avanzato, dove Mancosu e Saponara riuscirebbero a imprimere forza e fantasia con i ritrovati Falco e Farias, entrambi hanno recuperato dalle noie fisiche, che potrebbero innescare il tanto atteso Babacar in cerca di riscatto dopo l’impatto opaco, e Lapadula che fino al momento dello stop ha collezionato ottime prestazioni siglando 7 gol tra cui la perla contro il Sassuolo frutto di una tecnica sopraffina.
La squadra di Liverani dovrebbe affrontare in sequenza Milan, Juventus, Sampdoria, Sassuolo, Lazio, Cagliari, Fiorentina, Genoa, Brescia, Bologna, Udinese e Parma, dodici avversari, tutto in un mese e mezzo, tutto in 6 settimane, 2 gare ogni settimana, un tour de force incredibile in cui servirebbero nervi saldi, muscoli di ferro, coraggio e idee chiare, per conquistare sul campo la permanenza nella massima serie che con 15 punti sarebbe certamente matematica.
Diventerebbe, perciò, basilare la preparazione fisica e la tenuta atletica che bisognerebbe mettere a punto, rasentando la perfezione, prima che il suono di un fischietto torni a rimbombare nell’assordante silenzio di uno stadio vuoto. Perché così sarà, senza ombra di dubbio, minimo fino alla fine dell’anno.
Senza pubblico e, come hanno palesato migliaia di tifosi sui social, senza nessuna voglia di esultare di fronte ad un gol, perché lenta scorre ancora nella mente di tutti la processione di feretri di Bergamo e perché assurdo è il numero di morti divorati da un mostro silenzioso e subdolo che aleggia ancora tenendo in ansia il mondo intero.
M.C.
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