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Dott. Fasto: “Ripresa del campionato? Meglio differire a dopo l’estate ogni decisione”

LECCE – Il medico Antonio Fasto, ex calciatore professionista, allenatore nei campionati amatoriali, intervenuto a Lecce Channel, ha parlato dei vari elementi che consiglierebbero di non riprendere, a breve, il campionato di calcio:

L’elemento che ci deve guidare è quello della tutela della salute, in tale ottica, da medico dico che, noi stessi medici, siamo nella fase di apprendimento e sappiamo già buone cose di questo virus ma altre sono in fase di acquisizione e quindi l’idea di riprendere il campionato già nel prossimo mese sinceramente non consente ad oggi, né a me né ad altri, di dare risposte di certezza.
In particolare ho sentito della possibilità di giocare più partite in una settimana, al di là di tutto l’aspetto organizzativo resta il fatto che alcuni aspetti clinici o di sicurezza difficilmente, a parer mio, potrebbero essere rispettati.
Devo conciliare elementi diversi, primo tra tutti il periodo di incubazione di questo virus che al momento è inquadrabile in percentuali ragionevoli tra il 5° e il 7° giorno, laddove, in ambito extra lavorativo ed extra professionale, nessuno può escludere che un calciatore possa positivizzarsi.
Se il periodo d’incubazione è di 5 – 7 giorni e quindi prima che abbia manifestazioni cliniche, ed hanno previsto di fare tamponi ogni 3 giorni, questi elementi non garantirebbero la sicurezza di tutti gli atleti in campo e dunque è un campionato di per sé falsato. Tutti abbiamo in mente quello che è successo nell’ultima giornata, andremmo ad inserire altri elementi con il rischio di venire definitivamente fermato, quindi non faremmo altro che differire ad un mese quello che sarebbe ragionevole bloccare oggi. Questo non vuole dire non ammettere o acquisire i meriti sino ad oggi ottenuti sul campo. Si può pensare di differire a dopo l’estate laddove ulteriori elementi clinici e di certezza in ordine di infettività dell’atleta darebbero maggiori garanzie di una ripresa regolare o quanto meno regolare del campionato”.

Giocare ogni 72 ore in una stagione calda sarebbe ulteriore motivo di titubanza:

Ci ritroveremmo di fronte ad una situazione mai verificatasi, interruzione del campionato e dunque, sotto il profilo della continuità del percorso atletico fisico e anche mentale, che chiaramente comporta una ripresa di una attività mirata ad uno sforzo intenso e contratto in un paio di mesi, in un periodo in cui, i campionati, per condizioni climatiche tendono a far una pausa importante per consentire ad ogni atleta un recupero delle fatiche che hanno dovuto sopportare, quindi questi sforzi, concentrati in pochi spazi, sono ad alto rischio sia per lesioni di tipo capsulo-legamentose che di tipo muscolare, che non consentirebbero più di allenarsi. Quindi è un ulteriore elemento per dire fermiamoci”.

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