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Covid-19: il “calcio” ragiona sulle soluzioni per uscire dalla crisi

I calciatori, dalla serie A ai dilettanti, sono pronti a scendere in campo anche a giugno, luglio e agosto, ovviamente così come scrivono sul comunicato della loro associazione: “Le condizioni di ripresa dell’attività dovranno avvenire in condizioni di approfondito controllo medico e rispettando tutte le indicazioni che verranno fornite dai medici e dalla Federazioni Medico Sportiva Italiana”.

Damiano, presidente dell’Associazione Italiana Calciatori (foto pagina ufficiale facebook)

Partendo da questo presupposto, che appare alquanto teorico, si pensa già ad uno stop anticipato della stagione ed al taglio degli stipendi, così come ha fatto già la Juventus con decisione propria, e le indicazioni dell’Assocalciatori sono quelle di accettare il congelamento per marzo, aprile e maggio ma soltanto nei casi in cui sono stati regolarizzati tutti i pagamenti fino a febbraio. Ovviamente ci sarà tanto da discutere prima di trovare un accordo unitario e le video conferenze con la Lega si susseguiranno.

Pacificamente, però, come fa sapere l’associazione presieduta da Tommasi “Nella purtroppo malaugurata ipotesi di chiusura anticipata della stagione i calciatori sanno di dover svolgere la loro parte” .

L’obiettivo è quello di tutelare le posizioni delle categorie più in difficoltà, dal mondo dilettante al calcio femminile ed i redditi più bassi delle categorie professionistiche, attraverso il ricorso a risorse interne al mondo del calcio e aiuti che dovrebbero venire dal sistema mutualistico generale.

Il comunicato dell’AIC

E dunque si propone la costituzione di un fondo assistenziale destinato al sostentamento di queste situazioni di precarietà che dovrà coinvolgere tutte le parti in causa. I calciatori chiedono che tutte le componenti facciano la loro parte dalla Federcalcio alle leghe, fino alle organizzazioni internazionali.

Questa è la direzione del pensiero dei calciatori, taglio agli stipendi accettato ma nessuno deve rimanere indietro, nessuno delle categoria minori deve rischiare di non avere il necessario per superare questo momento di crisi mondiale.

Continuano quindi le riunioni per definire ogni dettaglio ma il calcio ha capito che il pallone ormai è sgonfio e che per gonfiarlo di nuovo serve uno sforzo comune, tutti in campo dunque, per la partita più difficile: superare l’emergenza sanitaria provocata dal Covid-19, vincere la partita più importante, quella della salute, sapendo però di poter tornare in campo dopo sani in tutti i sensi.

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