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Turismo, Pasqua deserta e piovono disdette per l’estate

LECCE- Quello turistico è stato il primo settore ad essere travolto e rischia di uscirne completamente con le ossa rotte quest’anno: dopo il totale azzeramento delle gite scolastiche, si registra il crollo del cento per cento delle prenotazioni per Pasqua e per i ponti primaverili. Tutto disdetto, sia negli alberghi cittadini che nelle strutture ricettive stagionali che non hanno aperto né probabilmente apriranno per i prossimi due mesi. A fare un check up della situazione a Lecce e in provincia, per Telerama, è Federalberghi. “Per l’estate – spiega il presidente leccese Mimmo De Santis – reggono le prenotazioni fatte senza caparra, per cui le disdette si possono fare quando si vuole. Per chi, invece, ha usato la carta di credito per farsi addebitare l’acconto stanno arrivano molte cancellazioni. Anche i villaggi turistici sono fermi: avevano già sponsorizzato offerte eccezionali e poi si sono fermati, perché non sanno se la stagione inizierà a metà giugno oppure dopo”.

Il problema riguarderà anche la difficoltà nel retribuire i lavoratori stagionali già impegnati nella manutenzione delle strutture, motivo per cui gli operatori confidano in incentivi statali oltre alle misure sul credito d’imposta.

“Il danno serio è per Pasqua e per i ponti del 25 aprile e 1° maggio, tutti molto interessanti. Al momento, c’è assenza totale di richiesta – conferma Giuseppe Coppola, a capo della sezione Turismo di Confindustria Lecce – perché si è registrata la disdetta di tutti i gruppi internazionali. Manca la fascia di mercato legato al turismo dei singoli, che prenotano sempre in prossimità delle date. Quand’anche non dovesse esserci una proroga dei divieti dopo il 3 aprile, comunque resta la preoccupazione”.

Cancellati anche festival e grandi eventi, come la sfilata di Dior prevista a Lecce per il 9 maggio e rinviata a data da destinarsi. La prospettiva per l’estate è già molto chiara: il crollo del turismo estero interessa già i mesi maggiormente gettonati da chi arriva da fuori Italia, cioè aprile, maggio, giugno e settembre, per quanto i tour operator continuino a chiedere informazioni. Le speranze sono riposte nel mercato nazionale e in quello pugliese in particolare, aspettandosi un incremento della domanda interna.

Altrettanto drammatica è la situazione degli agriturismi: intere comitive di americani, tedeschi e cinesi hanno disdetto in Valle d’Itria e nel Salento non va meglio. “Si prospetta solo un movimento su scala regionale – dice Giulio Sparascio, rappresentante di Turismo Verde – ma difficilmente lombardi e veneti verranno quest’anno. Forse ci riprenderemo la prossima estate. Noi come agriturismi – aggiunge – paghiamo un prezzo molto alto perché la gran parte delle nostre aziende, che sono anche agricole e di piccole dimensioni, non accedono ai contributi Pac, che invece daranno ossigeno alle medio-grandi società dell’agroindustria e ai latifondisti, visto che non sono costretti a produrre in quanto l’integrazione al reddito è legata all’estensione delle superfici che hanno e non alla produzione. Noi, invece, abbiamo dovuto trasformarci in aziende multifunzionali, inventandoci ospitalità, agricampeggi, masserie didattiche e sociali, vendita diretta, che ci hanno consentito finora di fare cassa. E che ora sono tutte in forse”.

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