LECCE- Scomodarsi tutti, per evitare ulteriori rischi ambientali. Per questo, in mattinata, a presidiare la sede della Provincia di Lecce, in via Botti, c’era circa un centinaio di cittadini arrivati da Salve in pullman. Molte le donne, mamme e nonne.
Un modo per far sentire il fiato sul collo agli enti convocati per la conferenza dei servizi relativa al depuratore Ecolio2, la sede per valutare la richiesta dell’azienda di rinnovo, con riesame, dell’Autorizzazione integrata ambientale, necessaria per continuare a produrre. La seduta è durata circa due ore, iniziata con 45 minuti di ritardo in un clima già teso: la massiccia presenza dell’intera giunta di Salve, dei Comuni di Morciano, Acquarica-Presicce, dei consiglieri regionali pentastellati, delle associazioni coinvolte, come Lilt e Italia Nostra, testimonia il livello di attenzione sulla vicenda. Insomma, non si tratta di un semplice passaggio tecnico.
La seduta si riaggiornerà al 23 gennaio, perché Arpa, protagonista di un battibecco con l’azienda, ha bisogno di completare il suo parere, specialmente nella parte relativa al piano di monitoraggio e controllo.
Tutti hanno espresso le preoccupazioni per la salute in una terra già compromessa. Lo ha ribadito anche l’oncologo Giuseppe Serravezza, nella sua qualità di consulente del Comune di Salve: prima di dare l’ok, c’è necessità di stabilire se il territorio, già ammalto, è compatibile con ulteriori carichi ambientali. Da qui la richiesta di valutazione dell’impatto sia ambientale che sanitario del depuratore, dalla nascita ad oggi. Il sindaco salvese Francesco Villanova ha anche preannunciato un esposto sul presunto inquinamento derivante da Ecolio, chiedendo l’acquisizione agli atti delle risultanze tecniche del consulente della Procura o, se non possibile, la sua audizione.
L’attenzione su Ecolio è salita dopo una stagione di odori nauseabondi che hanno reso l’aria irrespirabile, un anno fa. Sono seguite ispezioni e inchiesta e la scoperta di qualcosa di ufficiale ma che in pochi conoscevano: nel 2011, l’azienda ha ottenuto l’ok per trattare numerose altre tipologie di rifiuti liquidi anche pericolosi, come scarti di lavorazioni industriali. “Abbiamo appurato che all’epoca il Comune di Salve non fu invitato alla conferenza dei servizi – dice Villanova – e questo è aspetto rilevante ai fini della validità di quella autorizzazione”.
Fuori, la presenza dei cittadini dà il senso, stavolta, di un cambio di approccio, anche se l’azienda ha proporsto delle migliorie. Si protesta contro Ecolio, ma in realtà contro la disattenzione e i compromessi che stanno rendendo la salute di questo territorio fin troppo compromessa.