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Xylella avanza: altri 80 ulivi infetti tra Brindisi e Taranto

SALENTO – I dati sono quelli resi noti da InfoXyella e sono relativi ai risultati delle analisi che si riferiscono ai campioni di olivi del quarto aggiornamento del monitoraggio 2019: l’avanzata della Xylella fastidiosa continua, con altri 80 ulivi infetti, di cui 71 in provincia di Brindisi e 9 a Taranto, con un ulteriore lieve avanzamento del batterio verso ovest. Precisamente, fa sapere Coldiretti, 59 ulivi risultano infetti a Ostuni, 7 a Crispiano, 7 a Carovigno, 3 a Ceglie Messapica, 2 a Cisternino, 1 a Montemesola, 1 a Grottaglie.

“Le nuove infezioni accertate confermano che continua la virata e l’avanzata della malattia sul fronte tarantino verso Matera, con una la virata a ovest con il valore di longitudine di 17,29°, mentre la numerosità delle infezioni riscontrate a Ostuni, come già avvenuto a Carovigno – lamenta Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia – disegnano uno scenario oscuro già visti nei casi di Oria e Francavilla, dove per non abbattere 47 ulivi malati, con espianti bloccati dai ricorsi al TAR, sono morti  3.100 alberi, consentendo al vettore di continuare ad infettare migliaia di esemplari anche monumentali, così come sta aumentando il numero di ulivi infetti conclamati a Fasano. La Xylella è certamente la peggior fitopatia che l’Italia potesse conoscere, che ‘cammina’ ad una velocità impressionante, considerato che in 6 anni il danno del patrimonio olivetato ha superato 1,6 miliardi di euro”.

“Continua a mancare una strategia condivisa e univoca tra enti regionali, nazionali e comunitari per fermare la malattia e ridare speranza di futuro ai territori che hanno perso l’intero patrimonio olivicolo e paesaggistico”, aggiunge ancora Muraglia. “Per la lotta alla malattia il Consiglio regionale ha assunto un orientamento chiaro il 31 maggio 2018, approvando un ordine del giorno all’unanimità che prevede la discussione sul tema Xylella attorno al tavolo istituzionale, di cui Coldiretti Puglia chiede da anni invano la convocazione urgente perché il dramma della Xyella in Puglia continua ad essere affrontato e gestito a pezzi, senza una strategia condivisa anche dai differenti enti preposti della Regione Puglia”, conclude il presidente Muraglia.

Sotto accusa però ci sono anche le responsabilità comunitarie a partire – sottolinea la Coldiretti – dal sistema di controllo dell’Unione Europea con frontiere colabrodo che hanno lasciato passare materiale vegetale infetto poiché il batterio che sta distruggendo gli ulivi pugliesi è stato introdotto nel Salento dal Costa Rica attraverso le rotte commerciali di Rotterdam. Dall’autunno 2013, data in cui è stata accertata su un appezzamento di olivo a Gallipoli, la malattia – continua Coldiretti – si è estesa senza che venisse applicata una strategia efficace per fermare il contagio che, dopo aver fatto seccare gli ulivi leccesi, ha intaccato il patrimonio olivicolo di Brindisi e Taranto.

Per effetto dei cambiamenti climatici e della globalizzazione – conclude Coldiretti – si moltiplica l’arrivo di materiale vegetale infetto e parassiti vari che provocano stragi nelle coltivazioni.

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