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Ex Ilva, ispezione dei carabinieri nello stabilimento. Oggi vertice Arcelor-Conte

TARANTO/ROMA – In mattinata a raggiungere l’acciaieria sono stati i carabinieri del Noe di Roma, del Nucleo sulla sicurezza sul lavoro e del comando provinciale di Taranto. Su delega della Procura, i militari hanno proceduto ad un’ispezione: uno step che rientra nelle indagini avviate dopo l’esposto dei commissari dell’ex Ilva.

Nel quinto giorno di presidio degli autotrasportatori dell’indotto, in attesa del pagamento delle fatture (a cui Arcelor ha annunciato di stare procedendo nelle scorse ore), ad essere passati sotto la lente dagli investigatori sono lo status in cui versa lo stabilimento, le operazioni di bonifica al suo interno e le attività poste in essere da Arcelor sul fronte manutenzione e sicurezza di chi ci lavora. E poi, non da ultimo, si procede ad “un attento controllo dell’area a caldo”: questo si apprende da fonti giudiziarie.

Intanto, nel pomeriggio, il vertice a Palazzo Chigi tra il colosso franco-indiano e il Premier Conte, con al fianco i ministri Stefano Patuanelli e Roberto Gualtieri.

La multinazionale ha annunciato di partecipare “con fiducia” all’incontro. Il Presidente del Consiglio, dal canto suo, è deciso a chiedere chiarezza sugli esuberi annunciati, ben 5mila. Alla vigilia del vertice, è stato chiaro: solo se Arcelor sarà disposto in primis a trattare su quei numeri, il tema dello scudo penale potrebbe tornare sul tavolo. “Ben venga l’incontro che, lo dico subito, potrebbe non essere risolutivo – ha aggiunto Conte nelle scorse ore – se c’è un ravvedimento, benissimo, discutiamo, siamo disponibili ad aprire un negoziato. Se c’è una disponibilità a discutere, a proseguire nel risanamento e a salvaguardare la produzione dell’impianto mi siederò cento volte al quel tavolo”.

Intanto il “cantiere Taranto” è approdato in Consiglio dei Ministri: un insieme di progetti che riguardano la città a tutto tondo e che immaginano come rilanciarne l’economia e la salute prima di tutto. In cantiere potrebbe esserci un decreto e un tavolo instituzionale incentrato sulle misure a sostegno dell’indotto del colosso siderurgico.

Se si aprirà la trattativa vera e propria, anticipa il Messaggero, una dichiarazione d’intenti in quattro punti potrebbe essere consegnata il 27 novembre ai magistrati milanesi chiamati a pronunciarsi sul ricorso d’urgenza contro la revoca di Mittal, perché rinviino la loro decisione.

Se, viceversa, la fumata dovesse essere nera, “la battaglia continuerà – ha già annunciato Conte – ci difenderemo con la massima virulenza”.

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