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Giacomazzi sul Lecce: “Classifica buona. Conta il gruppo e un gioco…anche brutto”

LECCE – (di Tonio De Giorgi) Appese le scarpette al chiodo da alcuni anni l’ex centrocampista del Lecce Guillermo Giacomazzi indossa ora le vesti di tifoso (in attesa di una panchina) al Via del Mare, in tribuna centrale. Il calciatore uruguaiano, salentino d’adozione, continua a seguire con attenzione le sorti della squadra giallorossa. Nonostante una partenza complicata, anche per colpa di un calendario difficile, è convinto che il Lecce possa confermare il proprio posto nella prossima Serie A. “È sicuramente un campionato tosto, è stato un inizio molto difficile – afferma l’ex calciatore del Lecce -, però si sapeva. Ha affrontato quasi tutte le big e in più Torino e Atalanta, già ben rodate”. Dopo sette partite la formazione di Liverani ha 6 punti in classifica e per Giacomazzi è un bottino accettabile. “Penso che abbia una classifica abbastanza positiva a fronte di un calendario come abbiamo detto difficile – continua -, però non tutte le partite sono state giocate come avrebbero voluto, ma fa parte del percorso; bisogna sempre vedere la parte positiva, guardare il bicchiere mezzo pieno e fare le dovute correzioni”.  E il tecnico giallorosso sta già lavorando in questo senso perché “già in Serie C e in Serie B ha fatto vedere che c’è un’impostazione marcata – aggiunge -, sicuramente in Serie A è molto diverso perché si gioca contro squadre molto forti ed è difficile provare a fare la partita; in certi momenti, come ha detto Liverani, la squadra deve essere scaltra, furba, senza perdere mai la propria impronta di gioco. Nel calcio bisogna anche difendere ed essere brutti, a volte; non sempre si vince giocando bene. Contro l’Atalanta, ad esempio, si è capito subito che era una partita in salita, forse non si è capito che era una partita che si poteva giocare meno di altre”. Nel percorso intrapreso nel campionato di Serie A il Lecce  deve fare tesoro “del gruppo – raccomanda Giacomazzi -, sarà la forza d’insieme a fare la differenza, e non un singolo giocatore, un allenatore o un presidente. Per le squadre piccole come il Lecce è così. Poi è chiaro che ci sono calciatori di esperienza e con qualità dal punto di vista tecnico che si distinguono rispetto ad altri, da unire alle qualità agonistiche che nel complesso di squadra contribuiscono al risultato”. Intanto Giacomazzi segue anche i piccoli passi del figlio, Sebastian, centrocampista, che cresce nelle giovanili del Lecce. “Sta facendo quel percorso che si fa nel calcio giovanile: con  gioia e spensieratezza. Io faccio la mia parte, di papà, lo porto all’allenamento e lui si diverte; è una passione tutta sua, non gliel’ho inculcata io. Anzi, l’unica cosa che gli trasmetto è il senso di appartenenza e per questo siamo sempre allo stadio a tifare Lecce”.

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