TARANTO- Nessuna garanzia per duecento famiglie di Taranto in bilico. Nei giorni scorsi hanno ricevuto una lettera di sfratto, e non per essere morose o abusive. Sono famiglie, residenti negli stabili di Via Pio XII e via Napoli, e in quattro palazzine a San Giorgio Jonico, che sono rimaste stritolate nel meccanismo della cartolarizzazione che ha riguardato la cessione di immobili di edilizia residenziale pubblica del Comune di Taranto nei confronti di una società privata: la Ca.rim srl. In più di 50 si sono rivolte al SUNIA, il sindacato Unitario Nazionale degli Inquilini e Assegnatari della CGIL.
“Parliamo di persone con titoli e requisiti e non di abusivi o morosi – spiega Luigi Lamusta, segretario del SUNIA di Taranto – per i quali sarà necessario avere parole di chiarezza da parte della società che ha acquisito gli immobili, ma anche da parte del Comune che con la immobiliare ha stipulato a marzo scorso una convenzione che avrebbe dovuto garantire proprio queste persone dall’età media di 70 anni”. Una vicenda dai contorni poco nitidi che il SUNIA e la CGIL confederale intendono portare all’attenzione del Prefetto. “Chiediamo di verificare, come noi siamo in grado di dimostrare – dice Paolo Peluso, segretario generale della CGIL di Taranto – il possesso dei requisiti in capo ad ogni assegnatario di alloggi ERP, e in base a questa verifica procedere al blocco degli sfratti e alla certificazione di un nuovo percorso compatibile con il sostegno a chi ha diritto all’alloggio popolare”.
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