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Cambiamenti climatici, la Notte Verde riaccende la sfida

CASTIGLIONE – Crogiolo di culture, alla sua ottava edizione la Notte Verde di Castiglione si è fatta ancora più internazionale e accogliente, attirando migliaia di visitatori.
Sabato sera di grandi soddisfazioni per il più grande evento in Puglia dedicato alle tematiche ambientali, quest’anno incentrato sui cambiamenti climatici e le sue connessioni con i territori, l’agricoltura, le migrazioni, le politiche predatorie nei Sud del mondo, Salento compreso.

Caratura internazionale, accessibilità e sostenibilità ambientale (è un evento ecofesta) hanno rappresentato, si diceva, la vera impronta di questa ottava edizione, organizzata dall’associazione Casa delle Agriculture Tullia e Gino, con il patrocinio del Comune di Andrano e il coinvolgimento di un centinaio di realtà nazionali ed estere.
Il motto resta uno ed uno solo: “Il mondo si cambia con l’esempio, non con l’opinione”.

Il capodanno contadino della Puglia, cuore pulsante di una diversa idea di agricoltura, di territorio, di economia, di fratellanza, si è aperto in piazza della Libertà, alle 20.30, con la riflessione dal titolo “Cambiare il sistema, non il clima” di Michele Carducci, docente di Diritto climatico presso UniSalento nonchè presidente onorario Notte Verde 2019. A dialogare con lui il saggista Guido Viale, che ha rimarcato “l’importanza di occasioni di confronto e divulgazione come la Notte Verde, impegnata in prima linea concretamente su entrambi i fronti”.

Sullo stesso palco, alle 23.30, si è tenuta poi la Lectio magistralis di chiusura “Pensare e agire in comune: lotta ai cambiamenti climatici e beni comuni”di Massimo De Angelis, docente di Economia politica e sviluppo presso la University of East London, autore di Omnia Sunt Communia e uno dei nomi più autorevoli al mondo nella riflessione sui beni comuni.

Tutti interventi cruciali per far comprendere quanto quello relativo al clima sia un tema intimamente connesso con quello agricolo e con la questione energetica, assolutamente legato a quello dell’usurpazione delle terre nei paesi più poveri e, dunque, alle migrazioni. A testimonianza che anche un piccolo borgo può parlare al mondo intero.

Tutt’intorno, per le vie del paese, una festa resa accessibile anche alle altre abilità, neomamme e donne incinte, grazie alla collaborazione delle stesse famiglie nei panni di “disability manager”.

E poi, in mostra, i risultati dei laboratori multisersoriali e a contatto con la natura che hanno coinvolto grandi e piccini. Dialogi, letture di poesie, concerti, stand, aree degustazione. Ogni strada, per l’occasione, ha cambiato nome. Tutte si sono trasformate in laboratori diffusi e mercati contadini: dalla via dei cereali alla corte degli animali, alla strada dei frutti minori. E ancora la via della tessitura, la corte dei legumi, la via delle erbe, quella della vita, della canapa e bioedilizia, del turismo sostenibile, della terra che cura, del miele. La strada dei coltivatori del cambiamento, dell’ecoartigianato e la via del ponte generazionale.
A ciascuno, insomma, la possibilità di trovare la propria strada. Tutti insieme verso un’unica direzione: la Notte Verde. Qui dove il mondo si cambia con l’esempio e non con l’opinione.

E.FIO

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