Cronaca

Usura, estorsioni e multinazionali truffate: 26 arresti

TARANTO – Per estorcere il denaro si andava dritti al sodo: minacce a chiare lettere quelle cha la banda rivolgeva alle vittime.

I Militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Taranto hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 26 persone, 14 delle quali in carcere e 12 ai domiciliari. È l’atto conclusivo di una attività investigativa durata circa due anni che ha disarticolatato una organizzazione criminale specializzata nelle truffe a danno di società multinazionali e nel riciclaggio di ingenti risorse finanziarie derivanti da varie attività illecite.

L’attore principale del sodalizio criminoso è risultato essere un 48enne pluripregiudicato residente a Grottaglie: era lui ad individuare le società, formalmente inattive e di recente costituzione, alle quali venivano cambiate poi la compagine sociale e sostituiti gli amministratori con prestanome e redatti falsi bilanci che poi venivano depositati presso la Camera di Commercio. Il tutto far apparire economicamente solida l’attività svolta. Obiettivo? Indurre in inganno alcune società multinazionali.

I soggetti prestanome venivano ricercati ed assoldati da due soggetti con precedenti per associazione a delinquere di stampo mafioso, il primo legato al clan D’Amore il secondo al clan D’Oronzo. Il meccanismo truffaldino si alimentava anche dei capitali forniti da un pregiudicato agli arresti domiciliari per associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.

I proventi della truffa, a loro volta, costituivano i capitali da riciclare in attività illecite quali l’usura nei confronti di persone in difficoltà economiche con applicazione di tassi d’interesse fino al 232%. Il regolare pagamento delle rate del prestito illecito veniva preteso minacciando le stesse vittime.
Oltre al riciclaggio ed autoriciclaggio, l’organizzazione reimpiegava i proventi illeciti in attività commerciali lecite destinate ad acquistare prodotti alimentari e di consumo collocati in un supermercato con sede legale ad Altamura (BA), di fatto gestito sempre dal pluripregiudicato di Grottaglie.
All’esito dell’intera attività sono state complessivamente denunciate all’Autorità Giudiziaria 101 persone ed è scattato il sequestro preventivo dio beni per 13 milioni e 500 mila euro nella disponibilità degli indagati di spicco e di alcuni prestanome. A tradirli, ispospettendo gli inquirenti, il cambio evidente del tenore di vita condotta.

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