Cronaca

Operazione Tornado: le mani del clan su Scorrano e Maglie. Nelle indagini anche l’omicidio Capocelli

SCORRANO- Due anni di indagini per individuare nomi e ruoli, e per capire, partendo da alcuni episodi spia, incendi di auto e attentati dinamitardi, come sul comune di Scorrano e nella vicina Maglie agisse con violenza e prepotenza un gruppo mafioso armato e pericoloso, pronto a tutto pur di imporre la sua egemonia. All’alba i carabinieri di Lecce e Maglie, coordinati dalla Dda, hanno eseguito 30 arresti, tra carcere e domiciliari, emessi dal gip Sergio Tosi su richiesta dei pm Guglielmo Cataldi e Maria Vallefuoco. Diverse le accuse nei confronti di soggetti indagati a vario titolo per associazione di tipo mafioso”, “associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti”, “danneggiamento seguito da incendio”, “detenzione abusiva di armi e di materie esplodenti”, “detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti”, “estorsione”, “ricettazione”, “minaccia aggravata”, “porto abusivo di armiesequestro di persona e violenza privata”.

Tra i coinvolti, indagato a piede libero per concorso esterno in associazione mafiosa, il sindaco di Scorrano Guido Nicola Stefanelli. Secondo gli investigatori il primo cittadino aveva promesso ai membri del clan l’aggiudicazione di appalti e servizi pubblici: in particolare la gestione del parco comunale “la Favorita” con annesso chiosco bar, e la gestione dei parcheggi comunali. Si sarebbe impegnato inoltre a superare gli ostacoli burocratici ed amministrativi connessi alle aggiudicazioni, ottenendo come contropartita il sostegno del clan nelle competizioni elettorali alle quali era interessato. Secondo gli investigatori, anche su questo ci sono indagini ancora in corso, la sua stessa elezione, nel giugno del 2017, sarebbe avvenuta con il sostegno del clan. Durante il blitz i carabinieri hanno perquisito anche il comune e sequestrato documentazione.

Alla guida del sodalizio Giuseppe Amato, detto “padre eterno”, volto noto della criminalità organizzata, legato ad una figura storica della Sacra Corona Unita Corrado Cucurachi, il “giaguaro”, legato al clan “Tornese” di Monteroni. Al suo fianco il figlio Francesco Amato, punto di riferimento di un reticolo associativo composto da giovani elementi che si muovevano secondo le sue direttive, seguendo la linea della forza di intimidazione. Chi non si piegava alla loro volontà pagava con ritorsioni cruente e messaggi molto chiari: auto incendiate, bombe, spedizioni punitive. La principale fonte di guadagni era lo spaccio di cocaina importata da Bergamo, ma anche Lecce, Casarano e Cavallino. Gli arrestati ricorrevano alla violenza fisica, alle minacce con armi e agli attentati dinamitardi per imporre la propria egemonia, ottenere pagamenti, estorcere somme di denaro. Nel mirino anche diversi titolari di stabilimenti balneari, a Otranto e Santa Cesarea. Nei contrasti per la gestione dello spaccio della droga si inquadra ad esempio l’omicidio di Mattia Capocelli che oggi sarebbe stato arrestato. Il suo assassino, Simone Paiano, secondo i carabinieri voleva rendersi autonomo dal gruppo. Quella sera sarebbe dovuto essere punito, ma era armato e ci è scappato il morto. Il gruppo aveva una grande disponibilità di armi e materiale esplodente: tra gli arrestati Donato Mega, titolare di una ditta di fuochi d’artificio ” Mega Francesco Srl” a Scorrano, che forniva gli ordigni e conoscenze tecniche sul confezionamento, per renderli ancora più pericolosi. “Tornado”, nome dell’operazione, è quello di una marca di petardi di genere vietato, utilizzati per gli attentati. Durante le perquisizioni sono stati sequestrati fucili pistole, mazze ferrate, tirapugni, coltelli, un machete e 4 ordigni artigianali ad alto potenziale.

L’indagine è stata condotta dal Nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Maglie guidata dal capitano Giorgio Antonielli e dal tenente Gaetano Piazza insieme ai carabinieri del Reparto Operativo e Nucleo Investigativo di Lecce al comando del colonnello Pasquale Montemurro e dal maggiore Paolo Nichilo.

Mariella Costantini

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