
BARI – Il ricorso presentato dall’Ordine degli Avvocati di Lecce è stato rigettato: la sentenza emessa dal TAR di Bari nelle scorse ore ha confermato la validità del Decreto Presidenziale in base al quale tutti gli appelli presentati nel 2015 presso le Sezioni distaccate di Lecce e di Taranto saranno trasferiti e discussi a Bari.
Un passo indietro. Il Consiglio di Stato aveva accolto il ricorso presentato dall’Ordine, attraverso i consiglieri Cosimo Rampino e Luciano Ancora, contro l’ordinanza del Tar che aveva confermato il trasferimento dei fascicoli disposto lo scorso gennaio dal presidente della Commissione tributaria regionale Michele Ancona.
In particolare, il collegio della quarta sezione aveva ritenuto meritevoli di approfondimento le argomentazioni esposte dall’avvocatura salentina, sollecitando lo stesso Tribunale amministrativo a fissare un’udienza di merito.
Secondo quanto sostenuto con forza dall’Ordine forense, il trasferimento degli appelli avrebbe avuto ripercussioni negative sia sui cittadini, che vedrebbero aumentare vertiginosamente i costi per la tutela dei propri diritti e che sarebbero distolti dal Giudice naturale, sia per molti legali costretti a lunghi viaggi.
La sentenza del Tar di Bari adesso ribalta tutto: secondo il Tribunale Amministrativo le Sezioni staccate, per legge, non sono un organo giudiziario autonomo e distinto dalla sede centrale, ragion per cui il riassetto organizzativo delle sezioni staccate sotto il profilo della redistribuzione dei carichi di lavoro non comporterebbe alcuna lesione del principio del giudice naturale.
Parte dunque l’appello al mondo politico salentino e a rilanciarlo sono l’avvocato Maurizio Villani e Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. La richiesta è quella di sollecitare l’approvazione della proposta di legge della Lega di riforma della giustizia tributaria.
In questo modo, Lecce, che è sede di Corte di Appello, avrebbe la sua sede organica ed organizzativa della Corte di Appello tributaria e non dovrebbe più dipendere da Bari, con il rischio di vedersi trasferiti i fascicoli dei contribuenti salentini, così come sta accadendo.
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