Cronaca

Omicidio Noemi, condanna confermata per Lucio: 18 anni e 8 mesi

LECCE – Rinviato il 22 maggio scorso su richiesta della difesa per le troppe udienze in corso, si è celebrato oggi il processo d’Appello a Lucio Marzo, omicida reo confesso della 16enne Noemi Durini di Specchia: confermata la condanna a 18 anni e 8 mesi.

Condannato in primo grado dal Tribunale dei Minori  per omicidio volontario premeditato e aggravato dalla crudeltà e dall’aver agito per futili motivi, ora Lucio Marzo è maggiorenne, ha 19 anni, e viene giudicato in Appello dal Tribunale ordinario. L’udienza si è dunque tenuta in un’aula del Palazzo di giustizia in viale De Pietro. Il ragazzo è di Montesardo e, la notte del 3 settembre 2017, incontrò la sua fidanzata Noemi. La picchiò, accoltellò e seppellì viva sotto i massi di un muretto a secco. Pietre che l’hanno soffocata. Per questo il giovane, difeso dall’avvocato Luigi Rella, risponde anche di soppressione di cadavere. Il corpo fu ritovato dopo 10 giorni dalla scomparsa. Il viceprocuratore generale Salvatore Cosentino ha ricostruito in aula l’intera, agghiacciante vicenda, e ha poi chiesto la conferma della condanna inflitta in primo grado. La sua tesi è che Lucio fosse capace di intendere e di volere: “Egli -ha detto durante la requisitoria- in tutto il suo percorso criminoso, del 3 settembre e anche dei giorni precedenti, ha sempre scelto. Ha scelto il tragitto, il luogo, e anche il mezzo per uccidere (prima il coltello, poi le pietre e poi, mentre Noemi era ancora viva, persino il seppellimento per asfiddiarla)”. E, mentre la difesa sosteneva la tesi della non imputabilità del ragazzo, punto centrale della tesi di Cosentino è che invece lo fosse e lo sia, “perché fragile, psicolabile, depresso e nevrotico, ma non psicotico”. Per questo ha chiesto e ottenuto la conferma della condanna.

Imma, la mamma di Noemi, ha detto: “Va bene così, purtroppo non gli daranno mai una condanna più severa. Perdonarlo? Mai. Deve chiedere perdono solo a Noemi e, soprattutto, a Dio”.

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