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Xylella, Regione: danno da 222 milioni di euro in un anno. Spunta nodo frantoi

LECCE/BRINDISI-  Una perdita da 222 milioni di euro in un solo anno nelle province di Lecce e Brindisi: a tanto ammonta il danno alle colture quantificato per il solo 2018 dalla Regione Puglia, che nelle scorse ore ha chiesto al Ministero delle Politiche Agricole l’emissione del decreto di declaratoria delle eccezionali avversità atmosferiche nei territori colpiti dalla Xylella. La richiesta è necessaria per accedere al Fondo di Solidarietà Nazionale: 137 milioni di euro per il Leccese, pari al 39 per cento della produzione totale e una estensione di 140mila ettari; 85 milioni per il Brindisino.

Il tutto mentre si attendono i decreti attuativi del decreto emergenze convertito in legge dopo la firma del presidente Mattarella. È da lì che emerge anche un passaggio finora sottovalutato e riguarda il nodo frantoi, contenuto nell’articolo 6 bis: introduce una forte differenza tra frantoi industriali e quelli agricoli. Il motivo è presto detto: si rischia una penalizzazione delle realtà salentine, molte delle quali, a causa del calo della produzione degli ultimi anni, si sono riconvertite da frantoi industriali ad agricoli.

La disparità che si prospetta non è cosa da poco: il contributo in conto capitale verrà erogato nell’ambito dell’applicazione del regime dei minimis, che sono quegli aiuti di stato che non necessitano di notifica all’Ue. Ciò significa che per i frantoi agricoli non possono superare il massimo di 20-25mila euro in tre esercizi finanziari, mentre per gli industriali si può giungere fino a 200mila euro. Per Giuseppe Ferro, membro dell’Accademia dei Georgofili, oltre al danno così ci sarebbe la beffa.

Va specificato che quell’articolo di legge riguarda la ripresa produttiva di frantoi del Barese e nord Barese, colpiti dalle gelate di febbraio-marzo 2018. Tuttavia, presumibilmente verrà applicato anche per i frantoi del Salento nell’ambito del piano per la rigenerazione dell’olivicoltura. Ed è per questo che si chiede un correttivo al più presto, nei prossimi sessanta giorni in cui dovrà essere stilato il piano straordinario.

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