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Maltempo, la conta dei danni è pesante. L’appello: “Ripensare il fondo di solidarietà”

SALENTO – Negli Oliveti e vigneti tarantini, messi a dura prova da una violenta grandinata ad aprile, anche i germogli sono risultati compromessi. Nel Leccese vento e grandine hanno danneggiato la produzione e ad oggi la raccolta delle ciliegie ha subito una battuta d’arresto per le forti piogge, con il rischio che il prodotto delicatissimo ne risenta.

È quanto emerge dal monitoraggio di Coldiretti Puglia, in riferimento all’ultima ondata straordinaria di maltempo che sta attraversando il Paese.

La bufera di vento nei giorni di Pasqua e Pasquetta, nella conta dei danni, è quella ad avere inciso maggiormente.

L’eccezionalità degli eventi atmosferici in questo trerritorio è ormai essenzialmente la norma, con un’ elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi.

“Da marzo a novembre del 2018 sono stati 11 i tornado e le trombe d’aria che si sono abbattuti sulla Puglia – segnala Coldiretti – a marzo a Lecce, ad aprile a Lequile, a giugno a Santo Spirito di Bari e a San Foca, a settembre a Salice Salentino, a novembre a Taurisano, Martina, Manduria e in provincia di Brindisi e a Parabita, il così come attestano i dati dell’anagrafe europea degli eventi meteo estremi come tornado, bombe d’acqua, trombe d’aria, tempeste di fulmini”.

Nasce da qui l’appello a far rivedere il meccanismo del Fondo di Solidarietà Nazionale che secondo l’associazione “così com’è non risponde più alla complessità, violenza e frequenza degli eventi calamitosi”. Anche il meccanismo assicurativo non sembra viaggiare di pari passo alle esigenze: “Le polizze multirischio non coprono le colture dagli eventi estremi, così come i periodi in cui possono essere stipulate le polizze non sono più rispondenti alle necessità degli agricoltori”.

In attesa di risposte istituzionali, gli agricoltori sperano in una tregua che, stando alle previsioni, è tutt’altro che vicina.

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