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Balneari in allarme, Ue contro proroga automatica delle concessioni per 15 anni

LECCE- Tornano a tremare i titolari dei lidi, perché potrebbe durare poco il sospiro di sollievo che avevano tirato con la proroga automatica delle concessioni balneari per altri 15 anni, voluta dal governo Conte. L’Ue aveva già espresso la sua contrarietà nei mesi scorsi e ora, stando all’indiscrezione diffusa dal quotidiano La Repubblica, ha chiesto all’Italia di ritirare quella proroga fino al 2034, altrimenti entro l’estate potrebbe scattare la procedura di infrazione comunitaria. Questo perché si ritiene il provvedimento inserito nella legge di Bilancio, per volontà della Lega, in contrasto con la direttiva Bolkestein, approvata nel 2006 per favorire una reale concorrenza nel settore delle concessioni pubbliche: gli stabilimenti balneari rappresentano un’attività commerciale sul suolo pubblico ed è ritenuta lesiva della libera concorrenza, dunque, un’estensione automatica delle concessioni esistenti senza rimetterle in gara. Questo perché le spiagge pubbliche andrebbero gestite al pari degli altri beni demaniali.

Lo spauracchio di una multa salata per l’Italia emergerebbe dal carteggio in corso tra il governo italiano e la Commissione Europea. Che questo rischio ci fosse era chiaro: già nel 2016 una sentenza della Corte di giustizia europea aveva confermato che le concessioni delle spiagge rientravano a pieno titolo in questa direttiva.
E’ una questione che fa il paio con quella sollevata da Flavio Briatore dei canoni d’affitto da più parti considerati troppo bassi, soprattutto per stabilimenti di lusso, oscillando da 0,88 centesimi a 1,50 euro all’anno per metro quadro (differenza dovuta al fatto che si tratti di parti scoperte o coperte), a differenza di altre parti d’Europa, come la Francia, dove si arriva anche a 39 euro al metro quadro.

Ad ogni modo, però, l’eventuale passo indietro del governo potrebbe essere una tegola per gli imprenditori locali del settore, che nei mesi scorsi hanno già dovuto fare i conti con le ordinanze di smontaggio dei lidi nella stagione invernale, poi stoppate dall’intervento del Tar.

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