Politica

Arpal, la maggioranza regionale fibrilla. Rinviato il “caso” Cassano

BARI – Sulla graticola ci è stato per oltre tre ore ma per il momento la sua nomina non è in discussione. Massimo Cassano, ex forzista, resta alla guida, da commissario straordinario, dell’Arpal l’agenzia del lavoro istituita dalla Regione Puglia, così come deciso dal governatore Emiliano. E proprio l’assenza di quest’ultimo nella seduta del Consiglio regionale, perché impegnato a Taranto, ha sventato un voto che per la maggioranza si sarebbe tradotto in una frattura effettiva.

Ad essere votata, nella seduta odierna del parlamentino pugliese, doveva essere la mozione di Direzione Italia con la quale si chiedeva la revoca della nomina di Cassano per inconferibilità dell’incarico. In quella agenzia – è la tesi – non può esserci un commissario, nominato dal governatore, di estrazione politica ma un direttore generale assunto con selezione pubblica. Quindi da cassare è anche la short list che lo stesso Cassano ha pubblicato per scegliere collaboratori esterni.
Emiliano in aula non c’è e spetta all’assessore regionale al Lavoro, Sebastiano Leo, spiegare che sull’aspetto politico c’è poco da discutere: Emiliano – ha detto – poteva scegliere Cassano perché nomina discrezionale ma con competenze. Oltretutto fuori da giunta e consiglio da più di due anni. Quanto alla parte amministrativa le short list non hanno prodotto al momento nessuna assunzione e delle centinaia di persone che saranno assunte – ha spiegato ancora Leo – nessuna sarà scelta da Arpal ma sarà la Regione, previa selezione pubblica, ad occuparsene.
Se le opposizioni si scatenano sull’aspetto politico della vicenda, la maggioranza fibrilla perché i renziani – Amati, Blasi, Mennea e Pentassuglia – e i due dissidenti interni Cera e Liviano manifestano la volontà di votare a favore della mozione perché dal punto di vista prettamente amministrativo le tesi addotte dal collega del governo non sono sufficienti.

E’ bastato poco all’entourage del governatore per passare alla conta dei voti: i numeri non sono sufficienti, il rischio di far passare la mozione delle opposizioni era molto più che concreta. Di qui una via d’uscita: Zinni, delle civiche del governatore, propone di rinviare l’argomento così da consentire a Emiliano di replicare in Aula. I Cinque stelle spingono sull’acceleratore della politica. Troppo per i sei consiglieri di maggioranza che, a quel punto, non ci stanno e votano a favore del rinvio.

Ma le polemiche divampano ancora più forti. “Un teatrino della politica” per il Movimento 5 Stelle che boccia questa, come la “peggiore seduta del Consiglio di questi 4 anni”. Per i fittiani di Direzione Italia è uno “sgambetto di Emiliano” ma la nomina di Cassano resta illegittima e quindi la questione è solo rimandata. Per Forza Italia si tratta solo di “accontentare una schiera di politici a seconda della convenienza. Così – concludono – si spreme la Puglia”.

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