Attualità

Il Cinema, storia sociale: il Salento tra muto e sonoro

LECCE- Esplora la storia sociale del cinema anche nel Salento, si cala nei suoi suoni, nelle sue parole, che arrivano dopo il tempo delle pellicole mute. “Silenzio, lasciatelo parlare” è il nuovo lavoro di Michele Mainardi ed è una lunga, preziosa, ricerca sul cinema in Puglia, nel passaggio fondamentale tra arte muta e sonoro. E’ il secondo atto di questo approfondimento, dopo il primo volume pubblicato dieci mesi fa e che copriva l’arco temporale trai Lumiere e la Grande Guerra.

Ci sono chicche straordinarie nelle quasi 500 pagine del nuovo volume, cariche di storie e di immagini, come gli scatti inediti sul set di Scipione l’Africano, negli anni Trenta. Quei 52 “ritratti di luce” si devono a Giovanni Battista Caputo, fotografo di Veglie, all’epoca impiegato nel rinomato studio Aurelio Pesce di Roma. Ma da Tricase, Ugento, Ruffano fino a Lecce e nelle province di Brindisi e Taranto, risalendo la Puglia fino a Foggia, è tutto un susseguirsi di analisi sulle proiezioni, sulle sale, persino sul pubblico, spettacolo nello spettacolo.

Mercoledì pomeriggio, in Ateneo, questo nuovo lavoro sarà presentato ufficialmente. È stato voluto, ancora una volta, dal Collegio dei Geometri di Lecce, con il contributo degli altri collegi provinciali di Bari, Foggia, Bat, Taranto e Lucera. Per i geometri è un modo anche per far riflettere le proprietà degli immobili e gli enti pubblici, Regione in primis, su come ridare vita a questi luoghi che nelle città e nei paesi potrebbero ancora essere snodi di incontro e cultura.

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